Sanzioni dagli Usa contro Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i Territori Palestinesi, da tempo nel mirino di Washington, per le sue forti parole di denuncia del genocidio in atto nei territori di Gaza. La sua “campagna di guerra politica ed economica contro gli Stati Uniti e Israele non sarà più tollerata”, ha detto il segretario di Stato Marco Rubio, parlando di “illegittimi e vergognosi sforzi di Albanese per fare pressione sulla Corte Penale Internazionale affinché agisca contro funzionari, aziende e leader statunitensi e israeliani”. Né gli Stati Uniti né Israele – ha ricordato Rubio – sono parte dello Statuto di Roma, “il che rende la sua azione una grave violazione della sovranità di entrambi i paesi”. “Albanese ha fomentato l’antisemitismo, espresso sostegno al terrorismo e disprezzo per gli Stati Uniti e Israele” e questo suo pregiudizio – ha aggiunto Rubio – è stato evidente in “tutta la sua carriera, inclusa la raccomandazione alla Corte Penale Internazionale di emettere mandati di arresto contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della difesa Yoav Gallant”.
Albanese che, a fine luglio tornerà nella sua Irpinia, ospite di alcuni incontri – ad Avellino il 25 luglio, il 26 luglio a Gesualdo, il 27 luglio ad Ariano -ha denunciato con forza l’emergenza in atto a Gaza, chiedendo fermare il flusso di armi a Israele, che ha accusato di incarnare “l’apartheid” per eccellenza. Nelle scorse settimane gli Stati Uniti avevano chiesto le dimissioni di Albanese dopo che un rapporto di UN Watch accusava la relatrice di aver accettato finanziamenti per 20 mila dollari per i suoi viaggi da gruppi legati ad Hamas, in violazione delle regole di condotta delle Nazioni Unite. In seguito al rapporto la divisione per i diritti civili del Dipartimento di Giustizia aveva chiesto all’Onu, in una lettera, di “rimuovere immediatamente” Albanese dal suo incarico in quanto la sua condotta “aveva disonorato l’istituzione”.
Intanto, in Italia le opposizioni chiedono al governo di intervenire e prendere una posizione. “Ci venga a spiegare da che parte sta”, hanno spiegato gli esponenti di Avs, M5s e Pd intervenuti oggi in Aula. Piena solidarietà alla segretaria del Pd Elly Schlein “per il pesante attacco che sta subendo in queste ore da parte dell’amministrazione Trump. Questo non è solo l’ennesimo attacco al multilateralismo da parte di Trump, ma anche la conferma del suo sostegno al piano criminale di Netanyahu in Palestina, che Albanese ha sempre denunciato con forza”, ha commentato Schlein. Il Pd presenterà un’interrogazione, a prima firma del responsabile esteri Peppe Provenzano, nei confronti del ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Il Movimento 5 Stelle chiama Giorgia Meloni: “Chiediamo alla sedicente patriota di reagire con fermezza a questo abuso: se non in nome della legalità internazionale che sappiamo non interessate molto questo governo, almeno per dignità internazionale, visto che Francesca Albanese è una cittadina italiana”, ricordano i capigruppo delle Commissioni Difesa di Camera e Senato, Marco Pellegrini e Bruno Marton. “È doveroso che l’Italia pretenda da Washington la revoca immediata di queste misure inique”. La scelta dell’amministrazione americana è “un atto gravissimo”.” È inaccettabile che chi denuncia crimini di guerra e contro l’umanità a Gaza e in Cisgiordania venga colpito, mentre i responsabili restano impuniti. Si tratta dell’ennesimo segnale di una complicità politica che mina il diritto internazionale”, avvertono.
Da parte sua Francesca Albanese, relatrice speciale dell’Onu ha ribadito la volontà di abbandonare il suo incarico. Sono misure “calcolate per indebolire la mia missione. Continuerò a fare quello che devo fare. Sì, certo, sarà impegnativo ma ci sto mettendo tutto ciò che ho”, ha detto oggi ai giornalisti durante una visita a Lubiana.
Intanto, le Nazioni Unite hanno chiesto a Washington di revocare immediatamente le sanzioni. “Gli attacchi e le minacce contro i titolari di mandati per le procedure speciali, così come contro istituzioni chiave come la Corte Penale Internazionale, devono cessare”, ha dichiarato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani Volker Turk in una nota.