Se verrà la guerra, Marcondiro’ndero / se verrà la guerra, Marcondiro’ndà / sul mare e sulla terra, Marcondiro’ndera / sul mare e sulla terra chi ci salverà? I versi struggenti di Fabrizio D’Andrè mi sono tornati in mente riflettendo sui lampi di guerra che si accendono qua e là, lanciando sinistri bagliori che nessuno vuol cogliere. Domenica scorsa un aereo americano ha abbattuto un caccia Su-22 dell’aviazione siriana. Immediata è stata la reazione della Russia che ha decretato la sospensione dell’intesa per la sicurezza dei voli militari.
La hot line, stipulata con gli Stati Uniti al fine di evitare “incidenti” in relazione alle operazioni militari compiute da entrambe le superpotenze nel teatro siriano. Per di più il ministero della Difesa di Mosca ha annunciato che «qualunque oggetto aereo, inclusi jet e droni della coalizione internazionale, identificato a Ovest dell’Eufrate sarà seguito dai mezzi antiaerei russi come un bersaglio ». In altre parole hanno annunciato che abbatteranno qualunque velivolo americano che si avventuri nell’area sottoposta al loro controllo. In questa zona il perdurante confronto militare fra Russia e Stati Uniti, che ha reso drammaticamente insolubile la crisi siriana, ha fatto un ulteriore passo verso un confronto bellico vero e proprio. Se il fronte mediorientale diventa sempre più incandescente, anche per effetto dell’azione ostile intrapresa da Arabia Saudita, Egitto ed altri Stati islamici nei confronti del Qatar, incoraggiata dal presidente americano, i lampi di guerra non risparmiano neppure le aree fredde.
Negli stessi giorni, in cui avveniva l’incidente in Siria, secondo quanto riportato dai media russi, un F-16 della Nato nei cieli del mar Baltico ha tentato di avvicinare l’aereo sui cui volava il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu, diretto nell’enclave russa di Kaliningrad. Nell’occasione un caccia russo Su-27 è intervenuto e si è interposto fra l’aereo su cui volava il ministro e il jet della Nato. Secondo quanto riporta la Tass, il caccia russo avrebbe “mostrato gli armamenti” e a quel punto il jet Nato si è ritirato. Si ha notizia, inoltre, che all’inizio di questo mese la Russia ha inviato un aereo da combattimento per intercettare un bombardiere B-52 americano che si sarebbe avvicino ai suoi confini.
La tensione militare fra Russia e Stati Uniti non era mai stata così alta come dai tempi della crisi di Berlino, con la differenza che allora il confronto militare era basato su un conflitto politico fra opposte ideologie e quindi, in definitiva, guidato da motivazioni razionali, mentre la nuova guerra fredda, che si sta costruendo sotto i nostri occhi, è fondata su pulsioni nazionaliste ed irrazionali, per questo incontrollabili nei loro esiti, come incontrollabili sono le scelte politiche e militari compiute da un leader narcisista e ignorante come Donald Trump, che, è stato definito dal più autorevole intellettuale americano, Noam Chomsky, un pericolo per la specie umana.
Fa specie vedere che nel dibattito politico italiano i vari attori si lanciano accuse sanguinose su padri, madri, nipoti e banche, si combattono sui diritti dei bambini figli di immigrati, si sfidano a comunicazioni di garanzia, ma tacciono sull’escalation di provocazioni militari che la NATO e gli Usa stanno attuando nei confronti della Russia e fanno finta di non vedere i lampi di guerra che si accendono un po’ dappertutto, come se quei lampi fossero generati dalla natura, anziché dalla politica. Ritorna la domanda di D’Andrè: L’aeroplano vola, Marcondiro’ndera / l’aeroplano vola, Marcondiro’ndà. / Se getterà la bomba, Marcondiro’ndero/ se getterà la bomba chi ci salverà?
edito da il Quotidiano del Sud
di Domenico Gallo