La sfida lanciata dall’associazione “Controvento” nel corso dell’incontro con la città, presso il Circolo della Stampa di Avellino, ha riproposto, con puntualità, una visione di futuro per Avellino. È stata più volte evidenziata l’esigenza di una consapevolezza civile per delineare percorsi di partecipazione per vivificare una comunità sconnessa e sonnolenta, con una particolare attenzione verso le esperienze comunitarie, laiche o religiose, già esistenti. Il significativo dibattito, con interventi appassionati e coerenti con la tematica dell’incontro, ha evidenziato alcune piste d’impegno civile, sociale e politico. Anzitutto è stata da tutti ravvisata l’esigenza di incontrarsi, riflettere e offrire contributi concreti per partecipare e contribuire insieme alla costruzione di una proposta innovativa rispetto alla ricostruzione del tessuto civile di una comunità che, forte della sua storia e della presenza di un patrimonio umano fatto di idee e di capacità progettuali, sappia realizzare un proficuo approdo comunitario, illuminato dalla speranza di un futuro complessivamente più umano e civile. Nel suo breve intervento chi scrive ha sottolineato che i segmenti tematici illustrati dai relatori confluiscono coerentemente nell’alveo del cattolicesimo democratico, aperto alle istanze pluralistiche del post-moderno, fuori dalle anacronistiche gabbie dogmatiche. Attualmente, ho sostenuto, i credenti non sono chiamati a garantire spazi identitari, bensì ad aprire processi capaci di dare speranza attraverso scelte motivate e concrete. La rassegnazione non può prevalere perché è troppo lungo il tempo che i cattolici, soprattutto quelli associati, sono stati alla finestra a guardare, pensando colpevolmente che altri dovessero risolvere i problemi della comunità. Attualmente, per ripartire dalle idee di cui la politica si possa nutrire – in sostanza lo sforzo della democrazia associativa verso il rinnovamento di quella rappresentativa – c’è urgente bisogno di una offerta formativa permanente ed organica, per promuovere partecipazione attiva e responsabile e formare le nuove generazioni all’impegno prima sociale e poi politico. In tal senso, dopo aver espresso il plauso per l’iniziativa, ho espresso la piena disponibilità per sostenere l’impegnativo percorso delineato dall’associazione, anche con l’apporto della Scuola di Formazione per l’impegno Sociale e Politico, promossa dalle ACLI irpine e nazionali, in sintonia con il risveglio sociopastorale della diocesi di Avellino. Solo con il coordinamento sincero, competente e finalizzato, di tutte le risorse culturali presenti all’interno del territorio cittadino e provinciale, il respiro culturale e politico della nuova associazione sarà lungo, efficace e fecondo e – perché no, con il necessario tempo di fecondazione civile – potrà anche proporre una nuova classe dirigente capace di proporsi al corpo elettorale con un programma politico ed amministrativo nuovo e credibile, generatore del necessario connettivo comunitario.
di Gerardo Salvatore edito dal Quotidiano del Sud