E’ dedicato alla ricerca degli archivi perduti l’ultimo appuntamento a Trevico con “Scola, prima!”, festival curato da Silvia Scola insieme a Fabio Ferzetti, promossa dall’associazione Irpinia Mia, guidata da Mariella Calabrese, con il patrocinio dei Comuni di Trevico, Vallata, Castel Baronia, Vallesaccarda, San Sossio, Carife, Lacedonia e Frigento. Ad inaugurare l’ultima giornata la Masterclass aperta al pubblico e alle scuole di Cinema del territorio sull’importanza delle immagini di repertorio e del riuso degli archivi storici Istituto Luce, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD), Centro Sperimentale di Cinematografia (CSC), UnArchive Found Footage Fest, moderata dai curatori della rassegna insieme ad ospiti del settore: Vincenzo Vita, Marco Bertozzi, Enrico Bufalini, Agostino Ferrente. Una riflessione sulla sfida di riutilizzare immagini del passato in modo creativo.
Alle 16 si proietta il docufilm “Ridendo e scherzando. Ritratto di un regista all’italiana” di Paola e Silvia Scola, un racconto a tutto tondo, pubblico e privato, a partire dai momenti più significativi dei suoi film, tra backstage, brani da interviste e partecipazioni a eventi vari, televisivi e non che si fa esempio dell’uso nel cinema di materiale di repertorio. Ad accompagnare la chiacchierata con Paola e Silvia Scola la simpatia di Pif con una divertente carrellata tra passato e presente che mette in gioco entrambi come personaggi di un film nel film.
Alle 18 si proietta “L’occhio della gallina”, documentario che ripercorre la carriera di Antonietta De Lilla, a partire dalla difficolta’ nella distribuzione dei film. Alle 21 l’ultimo film di Ettore Scola ”Che strano chiamarsi Federico” (2013), dedicato all’amico Federico Fellini, che prende il titolo dai versi di Federico Garçia Lorca. Introdotto da un altro testimone del tempo, il press-agent Enrico Lucherini, che con Scola e Fellini ha vissuto un’epoca irripetibile, il film è l’occasione per ascoltare il regista che per onorare l’amico e fonte di ispirazione aveva infranto la sua promessa di non girare più film. A dialogare con il pubblico la sceneggiatrice Silvia Scola. Era stato lo stesso regista a raccontare la decisione di dedicarsi a questa pellicola “Il mio ultimo film è di 10 anni fa, non volevo più girare per una serie di motivi psicologici, perché non riconoscevo più nulla delle logiche che mi avevano guidato e della voglia di fare cinema che avevo sempre avuto. Ma questo non è un film che somiglia a quelli che ho già fatto e l’ho fatto perché non è un film e non è un documentario. Non volevo ricordare Federico a 20 anni dalla sua morte con la solite silloge di repertori. Anche chi non ha visto un suo film, così come succede con le poesie di Leopardi – è come se lo conoscesse, vive nel mondo che lui ha fatto di tutto per rendere più vivibile e più bello. Nel film non c’è il tentativo di ricostruire certe emozioni della sua visionarietà, ma posso dire che è composto da angoli, come rispecchia bene la scenografia di Luciano Ricceri fatta di piccoli ambienti attigui. Non sono necessariamente consequenziali o in ordine cronologico, ma sono i luoghi di alcune emozioni provate durante quasi 50 anni di conoscenza con Federico”. Ieri, intanto, bilancio positivo per la tavola rotonda dedicata a Napoli, accompagnata dalla visita guidata del borgo e un pomeriggio di grandi proiezioni con Napoli New York di Gabriele Salvatores e Hey Joe di Claudio Giovannesi. In serata, emozioni a cielo aperto con Selfie di Agostino Ferrente. A rendere la giornata ancora più speciale, le performance del Clown Sensibile Gerardo Mele e l’energia creativa dei ragazzi del laboratorio Homo Stupidens, che hanno portato sorrisi e poesia tra il pubblico.