di Michele Zarrella
La teoria più accreditata sulla nascita del nostro Universo materiale è la teoria del Big Bang, che ha avuto numerosissime verifiche e osservazioni che la confermano. Essa ci dice che l’Universo ha avuto inizio 13 miliardi e 800 milioni di anni fa. La teoria spiega l’evoluzione dell’Universo a partire da un centesimo di miliardesimo di secondo in poi, ma non spiega cosa sia successo prima, limitandosi a dire che tutto è nato da una singolarità. Cosa fosse questa singolarità nessuno lo sapeva. Oggi gli scienziati ipotizzano che l’Universo sia nato da una delle tantissime minuscole fluttuazioni del vuoto, che è un vuoto che ha subito una metamorfosi. Cioè in una banale, impercettibile fluttuazione quantistica, una delle tante che avvengono continuamente e inesorabilmente in tutto il mondo submicroscopico dove nulla sta fermo, una piccolissima bollicina di vuoto anziché richiudersi immediatamente, come fanno le tantissime altre, si espande subito, a una velocità mostruosa, e ne nasce un universo materiale di dimensioni gigantesche, che comincia la sua evoluzione.
Questa fase iniziale dell’Universo è stata chiamata Inflazione cosmica. È un meccanismo straordinario teorizzato negli anni ottanta in maniera diversa dallo statunitense Alan Guth e dal russo Andrej Linde, ma non ancora accettata da tutti perché non è stata scoperta la particella scalare responsabile di questo rigonfiamento parossistico che ha provocato il grande bang, cioè la grande espansione che fu buia e silenziosa. L’inflazione, avvalorata anche dal calcolo della densità dell’Universo, che si trova giusto a cavallo della densità critica – ulteriore conferma di energia totale nulla e di espansione indefinita ed eterna –, consente di spiegare fra l’altro la geometria euclidea dell’Universo, rigettando sia la geometria sferica che quella iperbolica (a sella di cavallo).
Se, come molti scienziati fanno, accettiamo l’idea che l’Universo abbia attraversato la suddetta fase inflazionaria, nessuno ci garantisce che quello che è avvenuto per il nostro Universo non sia potuto avvenire anche in tantissime altre bollicine di vuoto. Anzi, diventa naturale fare una ulteriore capriola mentale, uscire dal nostro limitato orizzonte osservabile, e immaginare che il nostro Universo sia solo una piccola parte di una realtà molto, ma molto più ampia. Alcuni scienziati ipotizzano che questo meccanismo dell’inflazione continua abbia formato un numero spaventoso di universi, valutato in 10500. Un numero quasi illeggibile e incomprensibile per la nostra mente fatto da un 1 seguito da 500 zeri. Provate a scriverlo! Il pensiero immediatamente va a Giordano Bruno che, quando affermò l’esistenza di infiniti mondi, fu condannato a morte per eresia dalla Santa Inquisizione e messo al rogo il 17 febbraio del 1600, in Piazza Campo de’ Fiori a Roma, dove oggi campeggia una sua statua.
Se riteniamo possibile questa ipotesi, la nostra condizione finirebbe di essere così speciale, ma diventerebbe, di colpo, una delle tante. Una di quelle 10500! Questo significa che il fenomeno dell’inflazione è sempre attivo e a volte, per caso, dà dei risultati sorprendenti come il nostro Universo o come tanti altri che potrebbero esistere con i quali però non possiamo né comunicare né entrare in contatto e per i quali molto probabilmente valgono altre leggi fisiche e chimiche.
Allora gli scienziati hanno immaginato una specie di multiverso, popolato da un numero elevatissimo di tanti tipi di universi. Gli scienziati ci dicono che il vuoto è come qualcosa che brulica. Immaginiamolo come una spuma di tante bollicine. Microscopiche bollicine che si formano per un istante e poi scompaiono. Un po’ come quando guardiamo l’acqua bollente prima di buttare la pasta. Sul fondo della pentola si formano tante bollicine che crescono, salgono verso la superficie e mentre salgono si raffreddano e scompaiono ritornando al loro stato primordiale. Le bollicine del vuoto si formano, per un istante crescono un pochino, cioè violano il principio di conservazione dell’energia, che è possibile solo se rimangono dentro la piccolissima finestra di tempo dettata dal principio di indeterminazione, e subito si annichilano e ritornano allo stato primordiale. Questo è quello che avviene nella maggioranza dei casi, si richiudono subito e non producono nulla. In alcuni casi, invece si innesca la crescita inflazionaria che formerà altri universi che, come il nostro avranno una nascita, un’evoluzione di lunga durata, e una fine.
Al momento queste sono solo speculazioni e sarà molto difficile poter avere conferme sperimentali. Però sono interessanti. Intanto ci allontanano tanto e, forse finalmente, dall’idea tradizionale che noi abbiamo un posto speciale nell’Universo. Gli antichi Greci pensavamo che tutto ruotasse intorno Terra; dopo millenni, con molta fatica e alcuni morti abbiamo messo il Sole al centro del mondo. E quando ci siamo accorti che la nostra stella-madre è una delle tantissime stelle della Via Lattea per secoli abbiamo pensato che questa fosse tutto l’Universo. Lo pensava perfino Einstein. Invece è una delle tantissime galassie, forse una fra le 100 miliardi che popolano l’Universo. Poi, con la nostra arroganza, abbiamo pensato che questo Universo fosse unico ed eterno. Lo abbiamo chiamato Uni-verso invece sappiamo che tutta la materia del nostro Uni-verso non è eterna ma è fragile e in una condizione di instabilità soggetta alla fissità del valore del bosone di Higgs.
Ancora una volta, testardamente, ci eravamo illusi di vivere in un Universo speciale, nato dall’inflazione cosmica. Ora la teoria che l’inflazione sia un evento comune per il vuoto e possa far nascere dei multiversi con tanti universi sembra toglierci anche questa ultima convinzione, che ci lascia stupiti a cercare altrove motivazioni sul nostro vero ruolo nel mondo.