Il dimensionamento scolastico divide il fronte sindacale. Cauto Antonio D’Oria della Uil scuola. “Bisogna dare atto all’amministrazione comunale di aver cercato di tenere conto delle specificità dei territori, cercando di garantire un’omogeneità degli indirizzi nella realizzazione dei nuovi poli scolastici”. A sottolinearlo Antonio D’Oria della Uil all’indomani dell’ufficializzazione del piano di dimensionamento elaborato dalla Provincia, al vaglio della Regione “Come Uil contestiamo fortemente il provvedimento contenuto nella legge di bilancio che porta a 900 la quota minima per garantire l’autonomia degli istituti, riteniamo che numeri come questi siano inattuabili in una provincia come la nostra a rischio spopolamento. Qualsiasi tentativo di immaginare degli accorpamenti non poteva accontentare tutti, con il rischio di indebolire l’organizzazione scolastica. Era però importante che lanciassimo noi delle proposte senza lasciare che fossero ad altri, che conoscono meno il territorio, a scegliere. Una proposta che arriva al termine di tavoli tecnici che hanno coinvolto organizzazioni sindacali, dirigenti e sindaci”.
Di parere opposto Cgil e Cisl che chiedono un tavolo congiunto Regione Provincia, di rivedere alcune situazioni legate all’Alta Irpinia, riducendo a 10 il numero delle autonomie tagliate “La Flc Cgil Avellino e la Cisl Scuola IrpiniaSannio – si legge nella nota delle segretarie Cisl Patrizia D’Onofio e Cgil Erika Picariello – preso atto della proposta di Dimensionamento della Rete Scolastica presentata al tavolo tecnico dall’Amministrazione Provinciale di Avellino, evidenziano e ribadiscono quanto segue – La Regione Campania, a partire dalla emanazione delle Linee guida, non ha inteso operare, nei fatti, una scelta politica di tutela delle aree interne di tutto il territorio campano. A ciò si aggiunga che la prassi dei tavoli separati (della Regione con i Dirigenti Scolastici e della Provincia con i Comuni e le Istituzioni scolastiche), in una fase straordinaria come quella attuale, ha reso ancora meno trasparente il processo di ridefinizione delle autonomie scolastiche, rendendo difficile, in assenza di obiettivi precisi, la stesura dei Piani Provinciali”.
“Questa circostanza – si legge nella nota – rischia di lasciare disattese le possibilità di deroga, pur previste dalle Linee guida, in considerazione di parametri come la consistenza della popolazione residente, le caratteristiche demografiche, orografiche, economiche e socioculturali. La provincia di Avellino ha indiscutibilmente un’alta percentuale di territorio
montano e di aree a basso sviluppo economico testimoniati da un indice di densità
abitativa di soli 143,6 abitanti/Kmq (con punte di 19 ab./Kmq) particolarmente basso se
rapportato alle aree costiere (la provincia di Napoli, ad esempio, ha 2.553 ab/Kmq) e,
comunque, ben al di sotto della media regionale di 424 ab./Kmq. Si rende necessario, pertanto, applicare lo stesso principio di compensazione interregionale previsto dal Legislatore per la tutela delle aree più deboli anche nella determinazione del dimensionamento della rete scolastica regionale, prevedendo compensazioni interprovinciali e anche tra gli ambiti provinciali. Le compensazioni consentirebbero nelle zone più svantaggiate della nostra provincia di poter limitare gli effetti del dimensionamento, non dando corso alla costituzione di alcune Istituzioni Scolastiche insistenti su territori troppo vasti, che renderebbero estremamente difficile l’azione dirigenziale, quella amministrativa e, nel contempo, particolarmente gravose le condizioni di tutto il personale ad esse assegnate e, non ultimo, accrescerebbero il disagio per l’utenza nei rapporti con l’Amministrazione. Pur riconoscendo, pertanto, che la proposta presentata dalla Provincia è mossa soprattutto dall’obiettivo di dare stabilità nel tempo alla rete scolastica, le scriventi OOSS richiedono all’Amministrazione provinciale e regionale l’apertura di un ulteriore tavolo di confronto, in questo caso necessariamente congiunto, per le motivazioni espresse in
premessa”