Maxi truffa dei bonus, il Tribunale del Riesame ha accolto la richiesta di attenuazione della misura cautelare dell’avvocato Ennio Napolillo per l’indagato A. R. e, ha sostituito la detenzione in carcere con gli arresti domiciliari. Il 39enne era stato raggiunto da una misura cautelare in carcere disposta dal GIP del Tribunale di Avellino ed eseguita dai militari della guardia di finanza di Avellino. Dunque come avvenuto nei giorni scorsi per E. S. (difeso dall’avvocato Raffaele Tecce) anche A.R. è attualmente sottoposto al regime degli arresti domiciliari dopo che i giudici del tribunale del riesame hanno accolto il ricorso presentato dal suo difensore di fiducia, il noto penalista Napolillo.
Mentre per A. O. difeso dall’avvocato Claudio Frongillo, la misura è stata annullata ed è stato immediatamente scarcerato per un vizio procedurale.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica, hanno portato alla luce elementi che indicano che gli indagati tramite “prestanome” compiacenti e società “cartiere”, abbiano messo in atto un sistema di frode fiscale di oltre 45 milioni di euro. Una parte di queste somme, circa 1,7 milioni di euro, è stata trasferita attraverso numerosi movimenti bancari verso paesi extracomunitari, con una particolare destinazione verso la Repubblica Popolare Cinese. Tutte le società cartiere, sarebbero risultate prive di dipendenti o con un numero esiguo rispetto al volume d’affari realizzato, che non avrebbero mai provveduto a versare le imposte all’erario.
Dalle indagini delle fiamme gialle di Solofra sarebbe emerso che gli indagati avrebbero eseguito “diversi trasferimenti di capitali tra le società coinvolte nel sistema fraudolento, alternando cambi di amministratori e cessioni di quote societarie per eludere i sospetti e mascherare i capitali utilizzati. I proventi illeciti sarebbero stati riciclati attraverso contratti fittizi con altre aziende e la cessione di crediti, al fine di allontanare le responsabilità dalle società principali coinvolte. L’operazione è stata inoltre agevolata dall’analisi dei dati informatici, che ha fornito elementi cruciali per delineare il contesto investigativo e individuare le responsabilità penali degli indagati.