Era l’aprile del 2017 quando fu sequestrato l’impianto regionale di depurazione delle acque reflue sito nel Comune di Solofra, facente parte del complesso depurativo “Alto Sarno”. Il provvedimento fu disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Avellino ed eseguito dai Carabinieri del N.O.E. di Salerno.
Consapevole dell’impossibilità di inibire l’utilizzo totale del depuratore di Solofra e della catastrofe economica che ne sarebbe derivata per l’intero distretto conciario, l’autorità giudiziaria concesse la facoltà d’uso dell’impianto, imponendo al gestore l’obbligo di rispettare le prescrizioni.
La misura cautelare ha avuto un impatto negativo per anni sul normale svolgimento dell’attività industriale dell’intero distretto, causando difficoltà anche alla Regione Campania, proprietaria del depuratore di Solofra. Nei periodi di dissequestro temporaneo, la Regione ha potuto eseguire solo parzialmente i lavori di adeguamento, senza però riuscire a ultimare il collaudo delle modifiche effettuate.
Dopo quasi otto anni di sequestro, grazie al lavoro sinergico dell’amministrazione comunale di Solofra e della Regione Campania, con il supporto legale dell’avvocato Fernando Taccone dello studio Advantis di Avellino, è stato finalmente dissequestrato l’impianto di depurazione.
La disponibilità del depuratore è stata quindi restituita alla comunità degli industriali di Solofra, segnando un passo fondamentale per il settore.
A questo punto, non resta che procedere con il collaudo dell’impianto di depurazione, i cui lavori di adeguamento sono stati portati a termine tra molte difficoltà. Questo passaggio sarà determinante per garantire la piena operatività del sistema di depurazione delle acque reflue e la tutela dell’ambiente e della qualità dell’aria nel distretto conciario di Solofra.