“Ero andato a Rione Mazzini dalla mia fidanzata e mentre stavo andando via, ho sentito un colpo alle spalle”. E’quanto avrebbe riferito ai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino Luigi Valente, il 19 enne di Mercogliano raggiunto da un colpo di proiettile di piccolo calabro alle spalle nella prima serata di ieri in via Caprino ad Avellino. Valente, che e’ assistito dal penalista Michele Scibelli, e’ stato ascoltato nella stessa notte di domenica alla presenza del pm della Procura di Avellino Maria Teresa Venezia, che coordina le indagini.
Il giovane è stato centrato da un solo colpo, ma i proiettili esplosi sarebbero stati più di uno.Chi ha premuto più volte il grilletto lo ha fatto ad altezza uomo.Ancora da stabilire il movente che ha spinto qualcuno ad attentare alla vita del giovane. Gli inquirenti stanno acquisendo anche le immagini delle telecamere di video sorveglianza attive nella zona, che collega i due quartieri periferici della città per risalire all’identità del responsabile dell’agguato. Il 19enne, residente a Mercogliano, dopo essere stato ferito avrebbe tchiamato al telefono due amicianche loro ascoltati nella notte in Caserma dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, che lo hanno condotto al Pronto Soccorso del Moscati di Avellino, dove e’ stato sottoposto ad un veloce intervento per estrarre il proiettile ed è stato dimesso nella stessa notte.
Al vaglio degli inquirenti nessuna ipotesi è esclusa nemmeno quella della criminalità organizzata.Il giovane, che non ha precedenti penali, è figlio del boss Carmine Valente, ritenuto insieme ai fratelli Galdieri ai vertici del nuovo clan Partenio e attualmente ristretto in carcere per scontare una pena di anni. Anche se l’arma utilizzata, una pistola di piccolo calibro, una 7,65 non farebbe pensare ad un atto di criminalita’ organizzata. Ma questo lo dovranno stabilire gli inquirenti, che stanno lavorando a ritmo serrato per collocare lil contesto in cui è maturato l’agguato.