Spari ad in città, eseguiti, stamattina, gli accertamenti tecnici irripetibili sui cellulari sequestrati nell’ambito delle indagini sul ferimento di Luigi Valente, il diciannovenne colpito alla schiena da un colpo d’arma da fuoco, la sera del 19 gennaio scorso, a rione mazzini ad Avellino, quando e’ stato ferito alla schiena il diciannovenne Luigi Valente, figlio del piu’ noto Carmine, attualmente in carcere per essere uno dei promotori del Nuovo Clan Partenio. Le operazioni, disposte dalla Procura della Repubblica di Avellino e coordinate dai sostituti procuratori Maria Teresa Venezia e Paola Galdo, sono state affidate ai Carabinieri del Nucleo Investigativo.
I dispositivi sottoposti ad analisi appartengono a due amici di Valente, difesi dagli avvocati Michele Scibelli e Nello Pizza. I due giovani, secondo quanto emerso, sarebbero intervenuti per soccorrere il loro amico, accompagnandolo al Pronto Soccorso. La vittima avrebbe dovuto incontrarli di lì a poco per una cena, ma – secondo le loro dichiarazioni – non si trovavano con lui al momento dell’aggressione.
L’attività tecnica, finalizzata all’estrazione e alla copia forense dei dati contenuti nei dispositivi, è mirata a ricostruire con precisione la dinamica dei fatti e a determinare, tramite l’analisi delle celle telefoniche e dei tabulati, la posizione effettiva dei due giovani, ma l’eventuale scambio di comunicazioni tra i giovani nelle ore precedenti e successive all’agguato.
Per i due ferimenti, quello avvenuto ai danni di Valente e di Peluso, la Procura ha aperto un solo fascicolo che per ora è contro ignoti. Ancora nessuna iscrizione nel registro degli indagati,ma solo in corso ulteriori approfondimenti rispetto alle dichiarazioni dei due protagonisti degli agguati che potrebbero, ad avviso degli inquirenti aver omesso qualcosa utile alle indagini.