Per la B ci vuole uno stadio, uno stadio adeguato. Meglio, per ora, per scaramanzia non pensarci. Ma non fino al punto da essere imprudenti, troppo distratti, tenendo comunque a mente che il Partenio-Lombardi non è ancora pronto per la B. Servirebbero degli aggiustamenti: le torri con le luci e tutto il resto. Da 500 mila euro fino ad un milione per i lavori. Il Comune di Avellino attende, forse per scaramanzia.
Intanto non ha ancora pubblicato il bando per la concessione della gestione, che si presume sarà in capo all’Avellino. C’è solo una determina comunale, risale al 18 marzo, che prevede una procedura di gara ad evidenza pubblica, secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. L’importo del canone annuale è di 100 mila euro, oltre l’Iva, per un totale, comprensivo di proroga, pari ad 216 mila euro. La delibera del Consiglio che ha dato via libera alla procedura di gara è datata 19 febbraio. E’ passato un mese. Del bando non v’è traccia.
Ora, appena il bando sarà pubblicato, il patron dell’Avellino potrebbe partecipare, dovrebbe. Ecco, potrebbe. Perché lo stadio, come si diceva, non è perfetto. Il Comune non se n’è preoccupato. Si è menato il cane per l’aia, o meglio il lupo per la steppa.
Un consapevole ritardo. Il Comune l’ha tirata in po’ per le lunghe, in attesa di D’Agostino, magari.
Perché il concessionario – ovvero, si presume il patron dell’Avellino – “sarà in ogni caso tenuto, in relazione alla tipologia di attività esercitata nell’immobile, ad ottemperare a tutte le eventuali prescrizioni richieste sia dalla normativa vigente sia dagli enti, autorità di controllo, organi sportivi preposti (a titolo esemplificativo e non esaustivo Coni, Figc, Lega ecc.) senza oneri a carico dell’amministrazione e senza alcun diritto di rivalsa”.
L’amministrazione, se il patron si aggiudicasse la concessione dello stadio, avrebbe risparmiato un bel gruzzolo. Tutto a carico del patron. Che potrebbe essere non interessato ad uno stadio che non è pronto per la B e pensarci bene prima di farsi avanti per aggiudicarsi la gara, aspettando l’amministrazione che non ha provveduto a nulla. Il gioco del cerino, insomma.
Meglio pensare al campionato, al calcio giocato, come si dice. Poi il prossimo anno si vedrà dove.