Sull’inchiesta sulla stazione di Avellino, in copertina sul settimanale del Corriere dell’Irpinia in edicola domani, arriva la profonda e riflessione di Armida Tino. “A perenne memoria di re Michele che la volle, di Francesco Tedesco che la accrebbe, di Modestino Petrozziello che da direttore generale delle Ferrovie dello Stato con Ugo La Malfa ministro dei Trasporti ne fu grande sponsor, di Diego Carbone che si spese in ogni modo per farla ricostruire dopo il sisma del 1980. Lo fece assieme ad altri sia come ferroviere che come Consigliere Comunale del PSDI e fu un successo consacrato anche da Biagio Agnes, allorché ci fu la sosta del treno con i costumi usati per la realizzazione del Kolossal televisivo il Milione! Sono cose che chi ha Avellino nel cuore non può scordare uomini, nomi, immagini in fuga, che si rincorrono come quelle dei paesaggi visti dal finestrino di un treno in corsa. Nella mia memoria si intrecciano con volti familiari di parenti, amici, colleghi di lavoro e con i profumi dei luoghi profumi di cose, che non si cancellano e non si perdono mai. Mi manca tutto di Avellino e non è nostalgia è solo…la ricerca di una illuminazione di Proust o di Joyce pee evitare Kafka e non aprire un inutile quanto doloroso processo.Garcia Lorca canta corpo presente ed anima assente ….. Avellino ha perso l” anima” ..
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