Una manovra di accerchiamento. Probabilmente perché la vertenza possa avere un’eco più forte. Lo sciopero di dopodomani, venerdì 18 ottobre, sulla crisi dell’automotive, del gruppo Stellantis si svolgerà in due fasi: sciopero generale a Roma, con Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm e manifestazioni sotto le prefetture di Torino, Cassino, Napoli, Avellino, Melfi, Bari e in Val di Sangro.
Dove, cioè, ci sono gli stabilimenti della Stellantis. Con presidi e sit in organizzati dalla Fismic e da Uglm e Acq. Ma, quella di dopodomani, sarà anche occasione per ricordare che c’è anche un’altra questione. Quella della ex Industria Italiana Autobus, oggi Menarinibus. Anche perché sembra che le cose, da quelle parti, siano rimaste le stesse.
Presentato, qualche settimana fa, il piano industriale della Seri Industrial al Mimit, in verità. Che, i sindacati, hanno accolto con”qualche scetticismo “.
“Venerdì, con lo sciopero e le manifestazioni, sarà messa ancora una volta alla prova – dice Giuseppe Zaolino, segretario provinciale della Fismic – il governo che, sulle politiche industriali di questo Paese, ha fatto poco e male”.
Sul socio cinese, con il 25 per cento della quota azionaria, l’ufficialità è ancora a metà. E tute blu e sindacati non conoscono ancora” capacità, ruolo e potenzialità”. Per il segretario provinciale della Fismic, forse sarebbe opportuno “mettere insieme tutte le lotte” per fare, a questo punto,”uno sciopero generale di tutto il mondo metalmeccanico”. Nonostante “la specificità della ex IIA”. Per il momento, però, sarà “meglio non fare fughe in avanti”.