Intervenendo a Napoli, nella sede di Confindustria, al convegno di Abi e Fondazione Ugo La Malfa, il Presidente dell’ABI Antonio Patuelli ha affermato che ombre e luci si addensano finanziariamente nel Mezzogiorno.
Le crisi dal 2008 in poi hanno avuto un impatto maggiore nel Mezzogiorno con il PIL che stenta ancora a recuperare gli indici di quindici anni fa e dove gli investimenti sono ancora inferiori a quelli di allora.
Invece, a giugno 2023, il totale dei prestiti bancari cresce lievemente nel Mezzogiorno (+0,3%), mentre cala complessivamente nella media italiana (-2,4%), e diminuisce di più nel Centro Italia (-5%). I prestiti alle imprese si riducono nella media italiana (-3,4%), con diminuzione accentuata nel Centro Italia (-5,1%), mentre nel Mezzogiorno calano più lievemente (-0,6%).
I prestiti alle famiglie crescono soprattutto nel Mezzogiorno (+1,8%), rispetto alla media italiana (+1%).
Le sofferenze lorde sono più alte nel Mezzogiorno (2,2%) rispetto alla media italiana (1,2%), e pure le sofferenze lorde delle imprese sono più elevate nel Mezzogiorno (3,4%) rispetto alla media italiana (2%).
I depositi diminuiscono meno nel Mezzogiorno (-0,7%) rispetto alla media italiana (-3,4%).
Gli sportelli bancari e gli uffici finanziari, ad agosto 2023, sono nel Mezzogiorno 4.850, più numerosi dei 3.788 del 1989, prima della liberalizzazione, ma nettamente inferiori ai 7.583 del 2008 in cui si registrò il massimo storico di diffusione.
Molteplici sono gli strumenti finanziari in atto a favore delle imprese nel Mezzogiorno: il Fondo di garanzia per le PMI, la “nuova Sabatini”, l’incentivo “resto al Sud”, gli “investimenti sostenibili 4.0” ed ora la “clausola 40%” del PNRR che destina almeno il 40% delle risorse al Sud.
Il Presidente Patuelli ha concluso affermando che le banche sono impegnate a sostenere convintamente gli investimenti delle famiglie e delle imprese nel Mezzogiorno, determinanti per lo sviluppo dell’Italia tutta e dell’Europa.