E’ stato il convento di San Francesco a Folloni in Montella ad accogliere un interessante convegno dibattito sulla presentazione di un libro della professoressa Antonella Prudente dal titolo “Educazione cristiana di una famiglia”. Il libro ricostruisce un’esperienza di ricerca condotta dagli studenti della docente su una famiglia che ha avuto un ruolo estremamente importante nella storia del convento di San Francesco a Folloni. Gli alunni della professoressa Prudente hanno svolto un lavoro con acribia e precisione sulla figura di suor Celeste, rimasta nel cuore e nell’animo delle persone che hanno avuto la fortuna di conoscerla. Questo lavoro ha contribuito fortemente ad un processo di crescita umana ed intellettuale. Fondatrice dell’istituto Santa Rita e di una scuola magistrale a San Marcellino di Caserta, Suor Celeste ha offerto un contributo decisivo alla rinascita di un quartiere caratterizzato da un forte disagio sociale ed economico. La figura di Suor Celeste ha accompagnato da vicino la madre di Giovanni Palatucci, il questore di Fiume dichiarato “Giusto tra le Nazioni” per aver salvato centinaia di ebrei durante il nazifascismo, e morto a Dachau nel 1945. Ha rappresentato per la donna un punto di riferimento spirituale nei lunghi anni successivi alla scomparsa del figlio. È a lei che la madre affida il dolore, la memoria e la speranza, nella certezza che quel sacrificio non sarebbe stato dimenticato, chiedendole di custodire carte, ricordi, e testimonianze, svolgendo un ruolo di memoria vivente e di conforto. Per la famiglia Palatucci, Suor Celeste non è solo una presenza religiosa, ma anche una testimone attiva della fede e del dolore trasformato in preghiera e vicinanza attiva. Grazie al suo legame con la madre, diventa anche tramite tra la dimensione privata del lutto e quella pubblica della memoria, contribuendo al percorso che porterà alla valorizzazione storica e spirituale della figura di Giovanni. Suor Celeste si fa simbolo di quella rete silenziosa e invisibile di donne di fede che hanno saputo custodire, nel cuore della sofferenza, i semi della giustizia, della memoria e della santità.
Fiore Carullo