E’ un paese fortemente lacerato quello che emerge dalle urne, all’indomani della vittoria di Donald Trump, che conquista il voto popolare con oltre il 51% dei suffragi, contro oltre il 47% di Harris. Un paese diviso tra due anime, che fanno fatica a trovare un punto d’incontro. Il presidente Trump ha conquistato i voti della classe media ma anche di una parte delle fasce sociali più basse, profondamente insoddisfatte dei risultati ottenuti dall’amministrazione Biden, A festeggiare il nuovo presidente tanti italiani d’America che sottolineano la necessità di affidarsi a un uomo come lui per restituire agli Usa prestigio e credibilità internazionale, garantendo maggiore sicurezza anche all’interno del paese. Anche se non manca chi si dice preoccupato per il futuro degli States.
Ad accettare la netta sconfitta dei democratici è Tiberio Penta di Sant’Angelo all’Esca, che vive a Boston: “La vittoria di Trump era già scritta, noi democratici non avevamo nessuna figura che potesse contrastare la popolarità di Trump. Credo che in tanti lo abbiano votato sia perché poco soddisfatti del governo di Biden, sia perché il denaro e il potere hanno sempre un grande fascino agli occhi degli americani e Trump si presenta come un uomo che è riuscito ad affermarsi grazie alle sue capacità e intraprendenza. Tra le tante promesse anche quella di mettere fine alla guerra in Ucraina. Noi lo speriamo ma non ci crediamo fino in fondo. Il dato di fatto è che anche tanti giovani hanno votato per lui”. Non ha dubbi Tiberio “Credo che la grandezza di questo paese sia nell’alternanza tra i due diversi partiti, democratici e repubblicani. Se chi governa non raggiunge i risultati promessi viene immediatamente punito alle urne. Le emergenze del paese? Il nodo principale è quello legato alla sicurezza sul piano nazionale e internazionale. Tuttavia, non penso che le politiche antiimmigrati sbandierate da Trump saranno mai realizzate, troppi gli interessi legati alla forza lavoro rappresentata dai cittadini provenienti da altri paesi. Credo che sia stata indovinata anche la scelta del vicepresidente giovane e in gamba”
Esulta, invece, il beneventano Vincenzo Iannucci “Sono un grande sostenitore di Trump. Non è affatto il dittatore descritto dai media in Europa. Nel suo precedente mandato di presidente, era riuscito a fare tornare gli Stati Uniti alla grandezza di un tempo, garantendo lavoro a tutti, indipendentemente dal colore della pelle, aveva ridotto le tasse, migliorando a qualità della vita mentre l’amministrazione Biden ha fatto solo disastri, è stata la vergogna d’America, ha causato guerre e impoverito il paese. Se avesse vinto Harris sarei tornato in Italia. Oggi città come New York sono pericolosissime, abito a mezz’ora dalla Grande Mela ma ho paura di metterci piede. La microcriminalità è aumentata a causa della facilità degli ingressi da parte di cittadini che hanno spesso problemi con la legge nel paese di provenienza. L’eccessiva tolleranza è stata un fallimento”
Marika Preziuso, docente universitaria avellinese, residente da anni a Boston, spiega come “Siamo ancora sotto shock. Il Massachussetts è tutto per Harris, ha una tradizione democratica e ha confermato questa tradizione. Trump non mi convince affatto, innanzitutto per la retorica antimmigrazione. E’ vero che noi italiani siamo privilegiati, nella maggior parte dei casi siamo qui per dottorati, master o lavori di alta specializzazione, non siamo la categoria di immigrati che Trump ha attaccato ma è inaccettabile la retorica dell’immigrazione come invasione. Qui nel Massachussetts, siamo come in una bolla, con un risultato in controtendenza con il resto del paese. Stiamo ancora cercando di capire perchè gli Usa abbiano scelto di votare i Repubblicani. Se è vero che Trump ha ribadito che difenderà le libertà individuali, non manca preoccupazione per il futuro del paese sul tema dei diritti. Come donna immigrata, non posso, poi, nascondere la mia amarezza, è la seconda volta che gli Usa non danno fiducia ad una donna come presidente del paese”
Stephanie Longo, ricercatrice, originaria di Guardia dei Lombardi, residente in Pennsylvania, spiega come “Dal 2020 il paese è profondamente diviso. L’impressione che abbiamo avuto in tanti è che con Biden gli Stati Uniti si siano spinti troppo a sinistra, è come se gli Usa avessero perso la loro identità. Come se tutte le decisioni fossero nelle mani di chi è al potere, senza nessuna possibilità di confronto con gli avversari. La speranza è che con Trump si recuperi la fierezza di esseri americani, a differenza di quel che accade oggi, con gli Usa che hanno perso qualsiasi credibilità a livello internazionale. Crediamo sia necessaria una politica più equilibrata, maggiormente di centro. La mia famiglia è emigrata 40 anni fa da Guardia e gli Usa di Biden non sono certo quelli che sognavamo quando i miei nonni sono arrivati qui. La qualità della vita è peggiorata notevolmente negli ultimi anni”
Sulla stessa linea Valentino Sole “Troppa criminalità e pochi controlli per chi voleva entrare nel paese, così gli Usa non potevano andare avanti. Ci penserà Trump a rimettere ordine nel paese, salvaguardando i diritti dei cittadini onesti. Rappresenta una garanzia per il paese sia sul piano politico che su quello economico”
E’ Sabina Pannullo, originaria di Manocalzati, a spiegare come “A decretare il successo di Trump è stata la classe media. Votare Kamala avrebbe significato una continuità con l’amministrazione di Biden, che ha causato solo disastri con la crisi economica alle stelle. Anche nei dibattiti televisivi Trump è risultato più convincente, dando risposte più concrete e chiare su temi scottanti come l’emigrazione e il lavoro. Non dobbiamo dimenticare, inoltre, che il neopresidente è rispettato e ha molta autorevolezza anche agli occhi delle altre nazioni, anche questa è una garanzia importante per il futuro degli Usa”
Stefania Piscopo, avellinese doc, rimasta negli States per amore, non nasconde la propria perplessità sui risultati del voto “Sono stati soprattutto i giovani a credere in Trump, conquistati dal suo carisma, da un personaggio che appare come un leader energico e dinamico. Ha fatto tante promesse in campagna elettorale ma non credo riuscirà a mantenerle. Continuo a pensare che Kamala fosse una candidata più affidabile. Il Tycoon è troppo preoccupato dei suoi affari per pensare al governo del paese. Decisivo è stato chiaramente il sostegno di Ilon Musk con il suo impero economico. Nè va sottovalutato il ruolo del vicepresidente Vance che è la vera mente dei Repubblicani in questo momento”