Pellegrino Caruso
So gia’ che a molti sembrero’ passatista ma non posso fare a meno dopo la piu’ recente vittoria dei Maneskin di ritornare con la mente al 1990 quando l’Italia vinse l’ Eurofestival con una canzone dall’afflato totalmente diverso…I fans dei Maneskin diranno che quello vincitore è stato giudicato miglior testo ma per me quello di Toto Cutugno porta un’ impronta che risente di un sogno da vivere insieme sotto lo stesso sole, con una canzone italiana da condividere senza barriere…Nel testo dei Maneskin si parla di ali di cera che con troppa tracotanza si avvicinano al sole, con voli da novelli Icari che, sulla scorta del mito, non hanno buon esito…Meglio affidarsi alla sapiente arte dei padri, quella di Dedalo, cosi’ sublime che Lucrezio defini’ ” Daedala” quella terra che e’ davvero l’ unica casa che abbiamo come unica e’ anche l’ occasione di vita che abbiamo che dovremmo imparare a condividere con gli altri secondo talento e passione, perché i passi di ciascuno non ostacolano quelli degli altri. A volere nuovamente la partecipazione della Rai all’Eurovision song contest e’ stata un ‘ artista che ho ammirato da sempre e che ha sempre difeso la manifestazione, Raffaella Carra’, convinta che la musica possa creare unione tra i popoli quella che purtroppo scricchiola dinanzi al conflitto russo- ucraino ed alla discutibile scelta della Brexit. Senza scatenare tifoserie, ringrazio i Maneskin per l’ occasione offerta al nostro Paese di organizzare nuovamemente in Italia l’ Eurovision song contest, ma sarebbe bello se tornassimo a “far rumore” magari con quei passi di Diodato, che, solo nell’ arena di Verona, riusci’ a dimostrare la forza di un Paese che resiste…Anche la stessa Carra’ a 70 anni fece Rumore al Dallara di Bologna per invitare ad eliminare la burocrazia dalla ricostruzione del post terremoto…Mi piacerebbe che si trovasse un giusto limite a decibel e gesti esasperati e spesso inutilmente forti…La valenza dei giovani che conquistano l” Europa dovrebbe, insomma , esser ” temprata”, preferendo magari all’esser fuori di testa” proprio quel ” colpo di testa” della cara Carra’ che, come dimostra “Raffa”, il docufilm in proiezione in questi giorni nelle sale cinematografiche, e’ stata icona di liberta’ , ci ha insegnato a scuoter la testa, con ritmo ma misura, per cambiare restando sempre un po” fedeli a se stessi, a valori da condividere sotto lo stesso cielo…