Facciamo gli scongiuri: ma se ce ne fosse bisogno, se il terremoto richiedesse il trasferimento da qualche parte di chi abita nell’area dei Campi Flegrei, una delle zone più densamente popolate d’Italia, allora dove sistemare tutti quanti? Alle falde del supervulcano del Vesuvio vi abitano quasi 100mila persone.
La proposta del governatore Vincenzo De Luca di spostare gli “sgomberati” dal sisma nelle aree interne spopolate, in Irpinia e Sannio, è da prendere in seria considerazione: “Credo che a questo punto i Comuni debbano fare un censimento attento degli orientamenti delle popolazioni che sono interessate più direttamente all’allontanarsi”, è la premessa del governatore. “Evidentemente – osserva – non è un tema semplice. Parliamo dell’evacuazione di migliaia di persone e sarebbe necessario un impegno straordinario, non solo dell’Italia, ma in questo caso anche dell’Europa. Non è che si possono mettere sotto le tende migliaia di persone…Però – ha aggiunto De Luca – abbiamo le aree interne che si vanno spopolando sempre di più”.
Intanto, ad oggi 238 persone sgomberate, per un totale di 113 nuclei familiari, hanno dovuto lasciare la propria abitazione a causa degli eventi sismici delle ultime settimane nell’area dei Campi Flegrei.
Sono 56 le persone ospitate in strutture alberghiere, 151 quelle che hanno trovato una autonoma sistemazione. Nell’hub di accoglienza di via Acate sono 15 le persone che hanno trovato alloggio; sono 16, invece, le persone ospitate nella struttura di Marechiaro ‘San Francesco d’Assisi’. Sistemazioni di fortuna.
Per il momento va così. Bisogna arrivare ad una soluzione se malauguratamente le cose peggiorassero: “Siamo pronti a ospitare le persone sgomberate, sia in caso emergenziale che successivamente. Se saremo chiamati a dare la nostra disponibilità lo faremo”, assicura il sindaco di Benevento, Clemente Mastella incontrando il presidente della Regione. Mastella aggiunge pure che le distanze tra Benevento e il resto della Campania si ridurranno con “la ferrovia Benevento-Cancello, quest’anno, e il prossimo anno, con la ferrovia Napoli-Benevento”.
Comunque, l’idea di ripopolare almeno in parte le aree interne portandovi gente dalla zona del Vesuvio a rischio sismico ed eruzione non è nuova. La proposta – rilanciata anche fortemente dal Corriere dell’Irpinia – è stata avanzata da un po’ di tempo da Alessandro Caramiello, presidente dell’intergruppo ‘Sviluppo Sud, Aree Fragili e Isole Minori’ che ne aveva parlato con il ministro Nello Musumeci: “Ad oggi esiste un surplus abitativo di circa 165mila alloggi disponibili nelle sole zone interne campane, pronte ad ospitare i vesuviani”, è la motivazione del parlamentare pentastellato.
La questione l’ha già affrontata con numerosi sindaci vesuviani, siglando dei protocolli di intesa. Bisogna capire che cosa ne pensano magari le popolazioni e i sindaci dei Comuni delle aree interne, di Irpinia e Sannio, zone che lamentano un lento inesorabile spopolamento che diventa desertificazione e morte dei piccoli borghi. Bisogna capire se un problema da Napoli può nascere una “opportunità” per l’Irpinia.