È in corso la seduta del Consiglio regionale della Campania che ha all’ordine del giorno ha la proposta di legge per il terzo mandato al governatore, presentata da Giuseppe Sommese di Azione, approvata in I Commissione permanente.
La norma prevede il recepimento della legge nazionale che pone un limite di due mandati consecutivi per il presidente della Regione, e che stabilisce nello stesso tempo che il computo dei mandati inizia dall’entrata in vigore della norma.
Vincenzo De Luca se si ricandidasse sarebbe al suo primo mandato quando in realtà è stato eletto per la prima volta nel 2015. Il governatore potrebbe ricandidarsi nel 2025.
Intanto però la segretaria del Pd Elly Schlein ha annunciato che il partito non lo sosterrà. I consiglieri regionali del Pd presenti in I Commissione hanno votato a favore della norma. Il Consiglio regionale discuterà anche la proposta di legge sulla modifica alla legge elettorale regionale che alza lo sbarramento al 2,5%
A votare per il terzo mandato, Italia Viva. Ad annunciarlo è Tommaso Pellegrino, capogruppo del partito nel Consiglio regionale: “La coalizione è unita, soprattutto nel lavoro che ancora ci aspetta da fare. Siamo concentrati sul lavoro, le chiacchiere che abbiamo sentito in questi giorni sono relative”. “Sono fiducioso e convinto – rimarca – che nei prossimi mesi troveremo l’intesa per presentarci alle prossime elezioni regionali insieme, per continuare in Campania a svolgere il nostro lavoro”.
Intanto, Valeria Ciarambino, vicepresidente del Consiglio regionale della Campania, componente del gruppo Misto, fuoriuscita dal M5 Stelle, voterà a favore della proposta: “Ho sentito attacchi appassionati contro questa legge che determinerebbe un vulnus democratico – spiega Ciarambino a margine della seduta del Consiglio regionale -, peccato che provengano da chi siede sugli scranni parlamentari senza aver preso mezza preferenza dei cittadini. Io voto a favore – dice Ciarambino – anche contro l’ipocrisia di chi finge di battersi per la democrazia, ma in realtà sta proteggendo delle rendite di posizione”.
Per la consigliera è “plausibile” che “un presidente di Regione che viene scelto dai cittadini con il voto di preferenza, che ha bisogno di milioni di voti per essere eletto, debba e possa sottoporsi nuovamente al giudizio popolare. Voto sì perché credo che debbano essere i cittadini campani a determinare il proprio destino. Anche in un momento storico nel quale quella forza politica che aveva fatto del limite al doppio mandato il suo tratto identitario sta mettendo in discussione questo principio. Siamo coerenti, abbandoniamo ogni ipocrisia e portiamo avanti con linearità una vera battaglia a favore della democrazia e della rappresentanza nel nostro Paese”.
All’attacco, Stefano Caldoro, capo dell’opposizione di centrodestra in Consiglio regionale: “Questa è una norma ad personam. Ma a differenza di quelle che la sinistra contestava a Berlusconi, che riguardavano alte cariche dello Stato e quindi anche altri dopo di lui, qui ci troviamo di fronte a una norma destinata a una persona unica, con un elemento temporale che la blocca a un unico caso”. “Per quale motivo si pensa di fare una norma per una sola persona e mai più applicabile per nessun altro?”, ha aggiunto Caldoro.
Il centrodestra invece dovrà ricorrere al Tar: “L’arroganza di questa maggioranza che calpesta i regolamenti del Consiglio regionale espone i provvedimenti che intendono adottare oggi a rischio annullamento”, spiega Raffaele Maria Pisacane (Fratelli d’Italia) una pregiudiziale – poi bocciata – per segnalare come, ai sensi del regolamento, fosse da annullare la seduta consiliare antimeridiana di oggi. Il centrodestra segnala una “grave e palese violazione” del Regolamento, secondo il quale (articolo 111, comma 2).
“Nei giorni lavorativi antecedenti le sessioni non si svolgono altre sedute del Consiglio, salvo che per la trattazione di provvedimenti urgenti e indifferibili”. Il centrodestra sostiene che “l’ordine del giorno non include, nella sua interessa programmatica, alcun provvedimento urgente nè indifferibile”, quindi “si conferma l’impossibilità di procedere alla seduta consiliare antimeridiana”. “La mancata approvazione della pregiudiziale – sostengono i consiglieri del centrodestra – ci induce a impugnare i provvedimenti al Tar”.