“Il terzo mandato è tramontato”. Cosi’ il presidente del Senato Ignazio La Russa, rispondendo ad una domanda dell’Agi. “Non so se e’ un tramonto o un’eclissi”, ha subito aggiunto. Doccia fredda per la Lega che poco prima in commissione Affari costituzionali del Senato ha presentato l’emendamento al ddl Assessori regionali, che contiene anche l’abolizione del limite del terzo mandato per i presidenti di Regione. All’articolo 1 dell’emendamento, infatti si legge che, alla legge del 2 luglio 2004, che disciplina il sistema di elezione dei presidenti di Regione, si sostituiscono le parole “secondo mandato” con “terzo mandato”.
Tale disposizione “si applica a ciascuna regione a statuto ordinario con riferimento ai mandati successivi all’adozione della prima legge regionale intervenuta in materia elettorale dopo l’entrata in vigore”, della legge del 2004.
“Presentiamo l’emendamento consapevoli che le posizioni in maggioranza non sono univoche- spiega il senatore leghista Paolo Paolo Tosato uscendo dalla commissione- ma è una nostra battaglia e la portiamo avanti”.
In tutto sono 27 gli emendamenti al provvedimento, annuncia il presidente della commissione, Alberto Balboni. La discussione e la probabile votazione degli emendamenti è per giovedì mattina alle 9.
Per Tosato, “chi deve giudicare l’operato di un presidente di Regione debba essere la cittadinanza. Riteniamo che – continua – ci sono governatori che ancora oggi dopo due mandati siano ancora i più accreditati nel consenso dei cittadini, e molti di questi cittadini si chiedono perché non possono votare il presidente che preferiscono, in cui si riconoscono, e invece dover attendere le decisioni esclusive dei partiti, che sono importanti ma non dovrebbe essere l’unico criterio per individuare i migliori candidati, non per i partiti ma per i cittadini che andranno a rappresentare”.
Ma il centrodestra è spaccato sulla questione. E la Lega lo sa: “Siamo consapevoli che le posizioni all’interno della maggioranza non sono univoche, che attualmente le possibilità che venga accolto e che trovi i voti sono ancora oggi molto risicate ma noi la nostra battaglia la portiamo avanti fino in fondo per non lasciare nulla di intentato e anche per fare chiarezza sulle varie posizioni”. Nel centrodestra “ce ne sono alcune nette e alcune un po’ più sfumate. Andiamo a vedere in modo chiaro e inequivocabile come si manifesterà il voto in commissione“.
In particolare, Tosato ricorda che “la posizione di Tajani è di totale contrarietà nonostante le interlocuzioni che sono avvenute sicuramente in questa settimana”, ma “noi abbiamo avuto una sensazione di apertura più che da parte del governo da parte di Fratelli d’Italia, ed è per questo che un po’ lo scenario è cambiato rispetto a quando depositammo l’emendamento all’inizio, quando anche Fdi a era nettamente. Vediamo qual è effettivamente la posizione al momento del voto di Fdi”.
Tosato chiarisce pure che “se il parere del governo sarà di remissione del proprio voto all’Aula noi non riteniamo, come abbiamo già fatto in passato, di creare nessun problema al governo e alla tenuta della maggioranza”.
A ribadire la posizione contraria di Forza Italia è subito il portavoce del partito, Raffaele Nevi.
Non si fa attendere la levata di scudi del Pd.