Ora ci si mettono anche i sindaci. E perché no. Era prevedibile. Sul limite del terzo mandato per i presidenti di Regione “sono d’accordo con Luca Zaia (presidente del Veneto, ndr) e con Vincenzo De Luca (presidente della Campania ndr.). Questo limite non dovrebbe esserci per i sindaci”. E’ quanto afferma il sindaco di Milano Giuseppe Sala intervenendo a Rtl 102.5 in collegamento video.
In Europa “nessun Paese ha limiti di mandato dei sindaci – ha continuato il primo cittadino – a eccezione del Portogallo, che ha, comunque, tre mandati, mentre noi ne abbiamo due”. Poi “ci vengono a dire che c’e’ un’eccessiva concentrazione di poteri”, ha evidenziato. “Ci sono il consiglio comunale e regionale, organismi di controllo, i giudici, la Corte dei Conti e il supremo controllore che e’ l’elettore, per cui non va bene e ha ragione Zaia”. “Prendere lezione da chi da 30 anni e’ in Parlamento, anche no”, ha concluso.
La querelle è tutta politica, in attesa che la Corte costituzionale si pronunci sul ricorso del governo contro la legge che si è fatto approvare il governatore Vincenzo De Luca. Il centrodestra rischia di dividersi: da una parte la Lega che sostiene la ricandidatura di Zaia in Veneto dall’altra Fratelli d’Italia e Forza Italia che sono contro al terzo mandato.
“Il nostro punto di vista e’ che chi viene scelto direttamente dai cittadini non debba avere limiti di mandati perché alla fine il popolo sovrano possa valutare se ha amministrato bene o male. Prendiamo atto che questa posizione è solo nostra”. Lo dice il capogruppo della Lega, Riccardo Molinari. “Ma, al netto della vicenda Zaia o De Luca, il problema in Veneto è politico, se Zaia non puo’ piu’ correre, ma la Lega ha governato bene, allora a chi spetta la regione Veneto?”.
Se Meloni vuole tenere insieme il centrodestra “deve fare come Berlusconi, non guardare solo al momento elettorale contingente, ma deve valutare le specificità dei singoli partiti. Visto che la Lega e’ caratterizzata da sempre come il partito dei territori e dell’autonomia, gli alleati del centrodestra dovrebbero tenere conto di questa peculiarità. Così si tiene insieme una coalizione. Berlusconi lascia’ alla Lega quando la lega era all’8 per cento”, conclude Molinari: “Non bisogna guardare solo al dato elettorale”.
Intanto sulla questione interviene anche Giovanni Donzelli, responsabile nazionale di FdI, in una intervista al Corriere della Sera: “Il centrodestra è e rimarrà compatto. Il tema del terzo mandato sarà affrontato a tempo debito, chiaro che non può essere che ogni regione si faccia la sua legge”.
“I limiti ai mandati nelle elezioni dirette esistono in molte democrazie”. Il candidato in Veneto? “Ne parleremo, ci confronteremo. Anche su eventuali nuove candidature. Detto ciò, noi non abbiamo mai posto l’interesse del partito avanti a quello della coalizione. Ed è un fatto che mai ci sia stato un nostro candidato negli ultimi anni in una regione del Centro Nord e del Nord. Non sarebbe cosi’ assurdo se si individuasse una persona espressione di FdI”.