Dopo le ultime, anche queste, estenuanti giornate di crisi idrica, solo questa mattina è tornata l’acqua nelle case, dopo aver aggiustato la rottura della condotta in agro di Castelfranci. Il Comitato “Uniamoci per l’acqua” lancia un”appello all’azione e alla disobbedienza civile”. E denuncia “l’inadeguatezza delle risposte istituzionali di fronte all’emergenza idrica che sta mettendo in ginocchio il nostro territorio. Nonostante le promesse e gli incontri, la situazione peggiora giorno dopo giorno, con ripercussioni pesanti sulla vita dei cittadini e sull’economia locale.
“Basta chiacchiere – scrive in un comunicato stampa il Comitato-, vogliamo fatti concreti! Le proposte avanzate dai sindaci appaiono disordinate e non coordinate. L’idea di coinvolgere l’esercito per interventi di emergenza, pur comprensibile in una situazione critica, sembra più una soluzione tampone che una strategia a lungo termine. Abbiamo bisogno di un piano strutturale e ambizioso per la riqualificazione delle reti idriche, finanziato a livello nazionale ed europeo. L’acqua è un diritto umano fondamentale, non un privilegio. È inaccettabile che i cittadini debbano subire continue interruzioni dell’erogazione idrica e limitazioni nell’utilizzo di un bene così essenziale.
I comuni, così come l’Alto Calore, non dispongono delle risorse economiche necessarie per affrontare un problema così complesso e radicato. È evidente che per risolvere definitivamente l’emergenza idrica sono necessari ingenti investimenti e una pianificazione a lungo termine.
Chiediamo al Governo italiano e all’Unione Europea di: stanziare fondi immediati e consistenti: Sono necessari investimenti massicci per la sostituzione delle tubature ammalorate, l’introduzione di tecnologie innovative e la realizzazione di nuove infrastrutture.
Escludere la privatizzazione dell’acqua: l’acqua è un bene comune e deve rimanere tale. Qualsiasi tentativo di privatizzare il servizio idrico è inaccettabile. Ai sindaci chiediamo di: dichiarare lo stato di emergenza. E’ necessario riconoscere ufficialmente la gravità della situazione e attivare tutte le procedure necessarie per fronteggiare l’emergenza.
Smettere di elemosinare: è ora di smetterla di chiedere favori alle istituzioni superiori. I sindaci hanno il dovere di tutelare i diritti dei cittadini e di pretendere ciò che spetta loro. Consegnare le fasce tricolori al Prefetto: Un gesto simbolico ma forte per dimostrare la determinazione dei sindaci a difendere i diritti dei cittadini.
Mobilitare la popolazione: organizzare assemblee pubbliche, manifestazioni e scioperi per far sentire la voce dei cittadini. Ai cittadini chiediamo di: partecipare alle nostre iniziative: Aderite al nostro comitato e partecipate alle nostre manifestazioni. Diffondere il messaggio: condividete questo comunicato sui social media e parlatene con i vostri conoscenti.
Prepararsi allo sciopero: siamo pronti a organizzare uno sciopero generale per bloccare l’Irpinia e costringere le istituzioni ad ascoltare le nostre richieste. Non ci arrenderemo fino a quando il diritto all’acqua non sarà garantito per tutti”.