Sedici imputati, accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, rischiano complessivamente 223 anni di carcere. La droga, proveniente dal Lazio, era destinata alle piazze di spaccio della Valle Caudina e distribuita ai membri del clan Pagnozzi. Le severe richieste di condanna sono state avanzate dal pubblico ministero antimafia Simona Belluccio, che ha guidato l’indagine dei Carabinieri, durante la requisitoria davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Napoli, Maria Laura Ciollaro.
L’operazione “Caudium”, condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli a dicembre scorso, ha portato all’arresto di numerosi membri del clan Pagnozzi e a 41 capi d’imputazione. Il traffico di stupefacenti partiva dal litorale laziale, in particolare dalla città di Aprilia, per poi raggiungere le piazze di spaccio della Valle Caudina, come quelle di San Martino Valle Caudina e Tufara Valle di Benevento. L’avviso firmato dai pm antimafia Simona Belluccio e Francesco Raffaele (attuale Procuratore Aggiunto di Avellino) riguardava la tentata estorsione compiuta nel luglio del 2021 da Nino Piacentile e Mario De Paola ai danni di un’impresa che stava realizzando un collegamento stradale a Castelpoto, quella di associazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti nei confronti di quindici dei ventitré indagati e ben quarantuno capi di imputazione relativi alla detenzione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti. Nella maggior parte dei casi anche relativi a sequestri operati tra il luglio del 2021 e aprile 2022.
Le investigazioni dei Carabinieri avevano consentito di individuare i gestori delle “piazze di spaccio” a San Martino Valle Caudina e in località Tufara Valle di Benevento, nonché di identificare una fitta rete di “corrieri” e “pusher” e individuare uno dei luoghi di stoccaggio della sostanza stupefacente sito ad Aprilia, presso l’abitazione di uno degli arrestati.
All’interno di tale immobile gli indagati provvedevano al taglio ed al confezionamento “sottovuoto” dello stupefacente, che poi veniva trasportata nella Valle Caudina. A finanziare il citato sodalizio criminale, vi era un elemento di spicco del clan Pagnozzi, il quale, forte del suo potere criminale in zona, autorizzava gli indagati al libero spaccio sul suo territorio di competenza, in alcuni casi anche supportandoli economicamente e fornendo, in un’occasione, l’auto per il trasporto della droga. Nel corso dell’indagine erano stati eseguiti anche gli arresti in flagranza di 5 soggetti, nonché sequestrati circa 1,5 kg. di cocaina, 5 kg. di hashish, una pistola clandestina illegalmente detenuta e 23 cartucce. La sentenza e’ prevista il prossimo 15 ottobre.
Grazie alle indagini, è stato scoperto un deposito di droga ad Aprilia, nell’abitazione di uno degli arrestati, dove la sostanza stupefacente veniva tagliata e confezionata per il trasporto nella Valle Caudina. Il clan Pagnozzi, grazie al suo dominio sul territorio, autorizzava il traffico di stupefacenti e forniva supporto logistico ed economico, compreso l’uso di un’auto per il trasporto della droga.