Processo da rifare per il narcotrafficante di Solofra arrestato due anni fa in Brasile dopo 16 anni di latitanza.
Il 69enne che è stato condannato a tredici anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e catturato, dopo una indagine dei carabinieri del comando provinciale dei carabinieri di Avellino col supporto della Polizia Federale Brasiliana, dovrà dunque essere nuovamente processato.
Un nuovo processo per i fatti da cui sfuggiva, a quanto pare a sua insaputa, visto che come ha dimostrato la difesa, alcuna notifica era stata mai fatta alla sua persona.
I magistrati hanno accolto e ritenuto ammissibile l’incidente di esecuzione proposto dal suo difensore, l’avvocato Dario Cierzo, che già aveva ottenuto la scarcerazione immediata del 69enne nel luglio 2020 dopo l’ arresto eseguito dalla polizia brasiliana.
Nella giornata di ieri davanti alla corte di Appello di Bari, i giudici hanno scelto di non confermare la sentenza di primo grado e di rimandare tutti gli atti al Pubblico Ministero. Una decisione, quest’ultima, che il 69enne, anche grazie al lavoro dei suoi difensori, ha atteso in libertà.
Del narcotrafficante, ricercato per il reato di traffico di stupefacenti, nel 2003, non si erano avute più sue tracce, per il semplice fatto che lo stesso, dal 1995 – quindi da otto anni prima – si era trasferito proprio in Brasile. Anche per questo l’avvocato Cierzo ne aveva ottenuto la scarcerazione immediata.