A intervenire sulle polemiche legate al trasferimento del liceo di Nusco presso la sede di Montella è la dirigente scolastica dell’istituto Emilia Di Blasi. Un intervento nato dalla “speranza di rendere chiare le intenzioni e soprattutto le motivazioni che hanno indotto allo spostamento del plesso di Nusco presso i locali del Liceo Rinaldo d’Aquino in Montella.
In questo anno scolastico abbiamo accolto ed ascoltato il grido di dolore degli alunni del Liceo Classico, privati ingiustamente della possibilità di utilizzare la palestra Comunale per la realizzazione delle attività curricolari di ed. Fisica. In merito sono stati informati il Provveditore agli Studi e il Presidente della Provincia di Avellino, perché limitato fortemente il diritto allo studio dei nostri alunni. Il Comune si è mostrato sordo alle nostre richieste. Nel mese di aprile ci è giunta inaspettata la delibera del Comune di Nusco, che imponeva la chiusura di una parte del plesso per inagibilità, determinando la riduzione degli spazi a disposizione degli alunni, nonché dei servizi igienici.
Per una persona che si professa docente è inqualificabile affermare che, in alternativa, due aule ci sono e bastano, perché non è sufficiente “allocare” i ragazzi in due stanze da qualche parte per fare SCUOLA. Siamo alle soglie dell’Agenda 2030, ci sono regole da rispettare e valori educativi che sono il nostro faro.
Non vogliamo una scuola ‘ridotta’ per il liceo di Nusco e per i nostri ragazzi; anche il confronto con altri compagni di scuola, la palestra, i laboratori, gli spazi didattici disponibili presso il Liceo di Montella, renderanno la loro esperienza scolastica sicuramente migliore.
Ci auguriamo che le famiglie, ma soprattutto i ragazzi, vivano con serenità questo cambiamento, perché la volontà di tutti è che il Liceo di Nusco continui ad esistere, anche a tutela del nostro corpo docente, che altrimenti rischieremmo di perdere, e parliamo di persone, di colleghi e a volte di amici che insieme ai nostri alunni vogliamo tutelare; per questo, quando viene superficialmente detto che non ci siamo battuti per salvare il Liceo classico di Nusco ci fa male e ancor più ci offende profondamente”.