E’ un vuoto che appare ancora difficile da colmare quello legato alla scomparsa di Gennaro Bellizzi, primario del reparto di Cardiologia dell’ospedale Sant’Ottone Frangipane di Ariano Irpino, spentosi tre anni fa, il 28 ottobre del 2021, all’improvviso. Una figura di primo piano del panorama sociale, politico e culturale irpino, a cui la città di Ariano ha reso omaggio intitolandogli l’ospedale Frangipane poichè “La sua mano ci guida per nuove sfide. Se il reparto è all’avanguardia è grazie al suo impegno”. A guidarlo l’attenzione al bene comune, la consapevolezza che i destini del singolo sono strettamente legati a quelli della collettività. Un impegno che aveva portato avanti negli ultimi anni con l’associazione Controvento, che ha sempre posto l’accento sulla capacità di Gennaro Bellizzi di guardare al futuro “Aveva un sogno: un’Avellino e un’Irpinia migliori”
Tre anni fa si spegneva Gennaro Bellizzi, il ricordo della figlia Chiara: l’amore ha sempre guidato la tua esistenza
A consegnare un ricordo prezioso, a tre anni dalla morte, la figlia Chiara “Hai lasciato un’impronta talmente vigorosa in ogni cosa. Tutto ci richiama a ciò a cui apparteniamo. Alle nostre radici. A te. Un continuo ritorno alla vita che è l’amore: quello che hai dato e che hai ricevuto. È ciò che immediatamente si poteva distinguere limpido nella tua quotidianità. Un paradosso a tratti evangelico che mettevi in essere non per mera filantropia o vanagloria, ma perché riuscivi a percepirlo e farlo cogliere come il modo migliore di vivere: chi cura si cura. In ogni ambito, in ciascun contesto. Ed è così che, posso affermarlo con certezza, nemmeno un istante della tua esistenza, seppur limitata dal tempo, è andato sprecato. Perfino quella cura continua a vivere: se solo potessi vedere quante volte i fratelli riescono a raggiungermi con delicatezza e pazienza estrema in quell’angolo recondito che celo sotto valanghe di orgoglio, timore e finto disincanto. Non si stancano mai di “riportarmi alla vita”, di far rivivere te in loro, seppur inconsapevolmente. Avevi proprio ragione:”Ragazzuoli, per affrontare questa vita, occorrono gli attributi di vostra madre”. A lei ci ispiriamo. Lei che resiste per due, che, quando la vita si propone ingiusta per l’ennesima volta, si rialza e ci ricorda che il sole verrà fuori ancora e ancora. L’Amore è stato davvero il vostro paradigma esistenziale comune: sempre più autentico e credibile, così copioso da far sentire a casa chiunque ne varcasse la soglia. Tenacemente fianco a fianco. Una cosa sola in un mondo che, feroce, tenta di dividere. Che rivoluzione silenziosa, dignitosa e straordinaria. Che ispirazione pura e veritiera a cui volgere lo sguardo”