Si intitola “Tutta la mia vita” il nuovo videoclip del poeta e cantautore avellinese Andrea Pinto, pubblicato recentemente dalla sua casa discografica Moon Records.
La canzone, è tratta dal suo ultimo disco “Gloria Victis”, un “concept album” contenente tracce che ruotano tutte intorno al tema degli outsider, ovvero dei “vinti dalla vita”. Nell’album, vengono affrontate tematiche attuali come la guerra e la tossicodipendenza, o introspettive come l’alienazione e la solitudine, ma tutte unite da un unico comune denominatore che può essere identificato, senza ombra di dubbio, nell’amore. Un amore inteso come “catarsi” da un modo meschino che cerca di divorarci ogni giorno con la sua cattiveria, mascherata ipocritamente da perbenismo.
Il progetto del cantautore, per questo suo ultimo lavoro discografico “Gloria Victis” culmina con un videoclip musicale per tutte le 14 canzoni del disco. Per il momento è già a quota dieci e nei prossimi mesi pubblicherà i restanti 4 video.
“Tutta la mia vita” affronta il tema dell’amore, contemplato attraverso un atteggiamento sui generis e anticonformistico, tipico del movimento punk, e, forse proprio per questo, degno di essere vissuto nella sua naturale bellezza e spontaneità, al di là di qualsiasi stereotipo materialista e borghese.
Ancora una volta Andrea Pinto, si pone in contrasto con la musica attuale, sia per genere musicale, che per ideologia. Ampiamente supportato dalla sua etichetta Moon Records, – la famosa casa discografica ucraina che vanta moltissimi artisti internazionali, come Jamala vincitrice dell’Eurovision Song Contest 2016 – Pinto ha creato un videoclip apparentemente semplice nel contenuto, ma che in realtà nasconde tutta la malinconia per i cosiddetti “tempi andati”. Quelli della musica punk rock di protesta, quelli degli artisti veri, e non studiati a tavolino, come accade molto spesso, al giorno d’oggi.
Andrea Pinto spazia da un genere all’altro con disinvoltura e, sebbene di matrice rock, la sua discografia alterna canzoni dure e distorte a ballate romantiche e cantautorali, che ci riportano a un passato non troppo lontano, ovvero a quei giorni in cui si scrivevano testi e musica perché si percepiva un disagio interiore e si proponevano le proprie idee ed emozioni a un pubblico più attento e in contrapposizione alle incongruenze e ingiustizie del sistema.
In un mondo ormai in profonda decadenza sociale, il poeta Andrea Pinto cerca di dare una svolta a un movimento musicale troppo assuefatto alle consuetudini di mercato, collocandosi in un “limbo musicale di rottura”, che grida la sua purezza esistenziale attraverso un’assoluta ricerca di autenticità e d’innovazione intellettuale e artistica.