“Il mio bilancio da segretario provinciale della Lega è molto positivo. Non lascio in un momento di difficoltà del partito. La Lega irpina ha una sua vitalità e può vantare importanti risultati, dalla piattaforma logistica all’Ofantina Ter, l’unica opera irpina inserita nell’accordo di programma tra Regione Campania e MIT”.
Salvatore Vecchia, sindaco di Cassano, si è dimesso nei giorni scorsi da segretario provinciale della Lega. Come ha spiegato in un post su Facebook, vuol dedicare più tempo al territorio irpino.
Ma è davvero questa la ragione? Perché guardando al consenso la Lega non sembra essere un partito in auge.
“Non è in auge perché fatica a trasmettere all’opinione pubblica quali sono gli obiettivi che intende perseguire e i risultati ottenuti. La Lega soffre di un deficit comunicativo. È evidente anche dal fatto che non riesce a superare il vecchio retaggio di essere percepita come la Lega di 20 anni fa, la Lega del Nord, uno stereotipo che in qualche misura è tornato in voga”.
Una parte della Lega sta tornando al sovranismo. Lei è d’accordo?
“Credo che la Lega debba essere inclusiva e non può piegarsi o schiacciarsi su una logica sovranista. All’interno del partito convivono molte istanze e sensibilità. La Lega cerca di occupare lo spazio libero che c’è a destra, ma esistono sensibilità moderate che devono essere rispettate”.
Rispetto al 2018, la Lega ha perso molti voti, perché?
“I messaggi politici fanno fatica a durare più di due anni: è successo un po’ a tutti: a Renzi, a Conte, ai 5 Stelle, e c’è il rischio che accada anche a Meloni. Non è una questione solo della Lega. La fluidità dell’opinione pubblica porta a una continua altalena nel consenso”.
Il centrodestra campano è in ritardo nell’indicare un candidato alla presidenza della Regione? Sembra che si attenda De Luca e la pronuncia della Consulta sul terzo mandato. È così?
“Non c’è alcun ritardo. Inoltre, il centrodestra non prende le sue decisioni in funzione di De Luca. Comunque preferirei che De Luca scendesse in campo, anzitutto perché ritengo che debbano essere i cittadini a scegliere, e poi per una ragione strettamente politica: per il centrodestra non sarebbe uno svantaggio. Il candidato del centrodestra sarà individuato a livello nazionale. Veneto, Campania e Puglia non sono realtà a sé stanti: a ogni mossa in una regione corrisponderà una contromossa in un’altra. Dal mio punto di vista, la Lega ha un candidato di partito di assoluto rispetto come Giampiero Zinzi, ma il centrodestra ha un fuoriclasse che si chiama Matteo Piantedosi, la vera carta vincente per le regionali”.
Quindi non lascia la Lega?
“Non ho strappato la tessera. La mia scelta è stata preceduta da una conversazione con Matteo Salvini, un confronto che mi ha molto gratificato sia per la considerazione ha dimostrato nei confronti il segretario nazionale sia per le prospettive che mi ha illustrato. Tuttavia, sento la necessità di fare qualcosa di più per questo territorio. Il risultato può essere raggiunto se tutti lavorano per il bene dell’Irpinia, senza badare al colore delle magliette”.
Ha in mente un nuovo progetto politico?
“Penso che l’Irpinia abbia bisogno di uno sforzo supplementare rispetto a quello dei partiti. Mi rendo conto sempre più che viviamo in un contesto ignorato all’esterno. Si fa fatica a capire in quale parte d’Italia si trovi questa zona. Mi piacerebbe riunire amministratori illuminati ed esponenti della società civile che eccellono loro settori, per formare un laboratorio di idee e buone proposte per lo sviluppo e la crescita del territorio irpino. Le migliori menti e competenze, senza rinnegare la propria appartenenza politica o le posizioni di partito, dovrebbero mettersi al servizio di questa provincia. Devono farlo in modo laico, altrimenti gli interessi di bottega prevarranno sempre sul progetto comune”.