Grottaminarda – Pensata per stare vicini, essere uguali e che, sopratutto, simboleggia il desiderio di accoglienza e di inclusione che una comunità, come quella della cittadina ufitana, ha sempre portato con sé. Questa è la panchina che, stamattina, i cittadini grottesi hanno visto per la prima volta quasi ai bordi delle scalinate di piazza 16 Marzo 1978. Dalle forme originali e distintive che la rendono diversa da tutta la maestosità del marmo circostante.
Piccola ma che sembra voler parlare a chi, su quella piazza, ci passeggia. La sua forma particolare, disegnata con i colori dell’arcobaleno che da sempre sottolineano quei valori e, poi, uno spazio centrale vuoto. Per far posto ai disabili con la sedia a rotelle. Quindi per consentire l’incontro tra le persone, senza barriere e costrizioni.
Non solo una panchina che arreda la pur bella piazza della cittadina ufitana e che certamente non somiglia alle altre, quella offerta dal Comitato del Festone di Grottaminarda, ma anche un segnale: di identità, di culture diverse che si incontrano, di rispetto reciproco. Per costruire una società che non lasci indietro nessuno. Ci piace pensare che possa essere il ponte che fa superare tutte le barriere per un mondo in cui tutti ci meritiamo una vita dignitosa. Un mondo nel quale convidere gli stessi sogni. E per dire, a chi si siede su quella panchina dopo di noi, di quanto lottiamo per raggiungerli.



