Il vero pericolo ora è la protervia. Su questo non ci piove. C’è la convinzione, da parte di chi delinque, che a prevalere sia un senso di impunità che rende possibile la ormai diffusa illegalità. Per troppo tempo si è lasciato correre, inseguendo il pensiero della città tranquilla. Bande che oggi si scontrano apertamente con bombe e mitra rivelano che la realtà è ben diversa. Dunque la protervia. Solo così si può spiegare il vile e grave attentato consumato ai danni dell’assessore comunale alla Sicurezza, Geppino Giacobbe, a cui va tutta intera la nostra solidarietà per la violenza subita. Siamo al suo fianco. e chiediamo a voce alta che sia fatta al più presto giustizia. Chi delinque, semmai nascondendo il proprio volto dietro un casco, non è degno di far parte di una comunità civile. Per tutto questo dirsi preoccupati non è più sufficiente. La città che cambia pelle in peggio è un pericolo per le future generazioni. E’ l’ora delle scelte difficili per garantire la convivenza civile. Non era mai accaduto ad Avellino e nel suo hinterland che in pieno giorno un commando di male intenzionati avesse l’ardire di sfidare le istituzioni in modo così plateale, imitando le vicende dei peggiori agguati avvenuti con lo stesso stile dei metodi mafiosi. E’ evidente che oltre, e dentro, l’aggressione a Geppino Giacobbe, funzionario dello Stato e animatore di manifestazioni all’insegna della legalità, c’è un avvertimento che deve fare riflettere. Un messaggio alla politica e a chi di essa è complice per gestire il potere. Un segnale inquietante lanciato da chi vuole controllare la città e garantirsi i loschi affari che sono nel suo ventre nascosto. La barbarie ha raggiunto livelli non più sopportabili, si è insediata negli spazi lasciati dall’indifferenza dei più e nella mancanza di indignazione di gran parte della comunità cittadina.
di Gianni Festa