Una organizzazione che gestiva usura ed estorsioni. Con collegamenti tra la Campania e la Basilicata. Sedici persone sono finite in manette questa mattina, 22 ottobre, nell’ambito di una operazione della Direzione investigativa antimafia di Salerno. Il blitz, oltre che nel salernitano, è scattato nelle province di Napoli, Avellino e Potenza in Basilicata. Le accuse sono usura e di estorsione aggravata dal metodo mafioso.
In totale, per l’esecuzione dei predetti provvedimenti cautelari, sono stati impiegati 120 agenti (tra i quali quattro unità piloti-droni dell’Ufficio Supporto Indagini Tecniche della DIA). In supporto alla DIA, per la sola fase esecutiva, sono stati impiegati agenti appartenenti alle Questure di Avellino e Salerno, militari dei Comandi Provinciali Carabinieri di Napoli, Salerno, Avellino e Potenza e dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Avellino e di Salerno. Di conseguenza sono state attivate le Procure di Avellino, Nocera Inferiore, Torre Annunziata e Potenza per le successive richieste di convalida ai competenti Uffici GIP.
Le indagini sono partite nel luglio di quest’anno. E hanno portato gli investigatori a scoprire una rete criminale composta tre clan di camorra che operano nelle province di Salerno, Avellino e Napoli. E si dedicavano sia all’usura che alle estorsioni. In particolare, a due giovani imprenditori conciari irpini, che si trovavano in gravi difficoltà economiche e avevano chiesto loro un prestito, avevano sottratto ingenti somme di denaro, profitto di prestiti usurari precedentemente concessi.
Il provvedimento d’urgenza si è reso necessario, oltre che per interrompere le attività delittuose di contestazione, tutt’ora in corso, anche scongiurare pericoli per l’incolumità delle parti offese, vittime nel corso delle ultime settimane, di sempre più incessanti richieste di pagamento con esplicite minacce per la propria incolumità personale.l



