Di Anna Bembo
La vendemmia 2025 si annuncia come una delle migliori degli ultimi anni: l’Italia produrrà 47,4 milioni di ettolitri, in crescita dell’8% rispetto al 2024 e di nuovo in linea con la media del quinquennio, secondo le stime di Assoenologi, Unione italiana vini e Ismea. Un risultato che conferma il primato mondiale del Paese davanti a Francia (37,4 milioni di ettolitri) e Spagna (36,8 milioni).
Se il dato nazionale è incoraggiante, è il Mezzogiorno a trainare la ripresa, con un balzo produttivo del +19%. Protagonista assoluta la Puglia (+17%), ma anche la Campania segna un andamento positivo, con un incremento stimato del +12% rispetto al 2024, che la riporta sui livelli medi del quinquennio. La produzione regionale è attesa intorno a 1,8 milioni di ettolitri, confermando il peso della Campania nella geografia vitivinicola italiana.
Il clima ha giocato un ruolo decisivo: le abbondanti piogge invernali hanno garantito buone riserve idriche, mentre le escursioni termiche di fine agosto hanno favorito la maturazione fenolica. Ne derivano prospettive di vini bianchi freschi e aromatici, come la Falanghina del Sannio e il Fiano di Avellino, ma anche rossi strutturati e longevi, dal Taurasi all’Aglianico del Taburno. Una qualità che, secondo i produttori, potrà distinguere l’annata campana sui mercati.
Sul piano nazionale, la geografia della vendemmia evidenzia un’Italia a più velocità. Cresce il Nord Ovest (+8%), con la Lombardia in forte ripresa (+15%), e il Nord Est, guidato dal Friuli-Venezia Giulia (+10%) e dal Trentino-Alto Adige (+9%). Stabile l’Emilia-Romagna, mentre il Centro arretra del 3% per effetto del calo in Toscana (-13%) dopo l’abbondanza del 2024. In cima alla classifica resta il Veneto, con quasi 12 milioni di ettolitri, seguito da Puglia ed Emilia-Romagna.
La qualità delle uve è giudicata molto buona, in alcune aree addirittura eccellente. «In un momento complesso come quello che stiamo vivendo, la qualità dei vini diventa un elemento decisivo anche sui mercati», ha sottolineato il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, ribadendo il ruolo cruciale degli enologi nell’affrontare l’imprevedibilità del clima.
Sul fronte economico emergono tuttavia criticità: secondo Uiv, l’eccesso di disponibilità rischia di comprimere i prezzi, rendendo necessaria una revisione delle regole produttive. Ismea segnala che la crescita quantitativa richiede strategie mirate per garantire redditività, soprattutto in un contesto reso difficile dai dazi statunitensi. L’Agenzia ICE ha intensificato le iniziative promozionali negli Usa e in nuovi mercati, coinvolgendo oltre 240 aziende italiane nel primo semestre 2025.
La vendemmia 2025 sarà ricordata come l’anno del riscatto dopo due stagioni difficili. Un riscatto che parla soprattutto con l’accento del Sud, dove la Campania, insieme a Puglia e Sicilia, si prepara a portare in bottiglia un’annata che unisce quantità, qualità e identità territoriale.