“Basta fare il gioco delle tre carte sulla pelle dei lavoratori”. In questo modo si può riassumere il comunicato stampa dei 55 operai Asidep, a firma delle rsu dell’azienda. Che sono preoccupati se, sulla loro vicenda, non si dovesse trovare la soluzione adeguata, perché ad allungare le mani sulla depurazione irpina potranno esserci la camorra casertana e napoletana. Ad essere”tentati dalle difficoltà economiche dell’Asi”, infatti, saranno”i piccoli imprenditori in odore di camorra”. Il bando di gara per l’affidamento di dodici mesi della depurazione sarà oggetto di attenzione”degli speculatori, perché a nessuna azienda converrebbe subentrare ad Asidep”. Per questo motivo l’Asi che si è “intestata il fallimento della Cgs, 24 milioni, e dopo il fallimento dell’Asidep, altri otto milioni di debiti, cerca il privato”. Gli operai aggiungono che, la depurazione, si fa”solo al cento per cento e si guadagna poco oppure si risparmia sui reagenti” e si riduce al 50 o al 30 per cento.”Con quali conseguenze”?. E, inoltre, si chiedono come mai, Pasquale Pisano, presidente Asi, sia ancora al suo posto. La politica, che dovrebbe risolvere la questione, sembra quella che non lo fa. Ed il Pd provinciale è il maggior indiziato.”Il presidente della Regione De Luca, i consiglieri regionali Petracca e Alaia, da che parte stanno”?. La”vertenza Asidep” deve stare nell’agenda di Elly Schleyn che, intanto, starà preparando la manifestazione nazionale dell’11 novembre in difesa dei lavoratori e del salario minimo.”Se non lo fa- concludono gli rsu dell’azienda di Pianodardine- in Irpinia perderà migliaia di voti”.
Giancarlo Vitale