Valle Ufita. Il Ferragosto non distoglie l’attenzione su una delle vertenze più calde e difficili della nostra provincia. Quella di Industria Italiana Autobus. E di una valle che aspetta il futuro, lo sviluppo da sempre. E da sempre, in qualche modo, disatteso. Gli auguri di Ferragosto, ma che sono anche un grido di allarme, una speranza, li fa con una lettera, l’operaia Silvia Curcio, rsu della Fiom Cgil. Ferragosto è anche alla IIA,”al ministro Urso chiediamo lo stesso entusiasmo mostrato per l’Iveco di Foggia.
Un giorno di spensieratezza e serenità, ma non per tutti. Il nodo del lavoro rappresenta ansia e preoccupazioni: dal 2011 in poi i tanti anni trascorsi in cassa integrazione ci hanno logorato, le certezze vacillano e siamo stanchi di false ripartenze. In più, non ci sono interlocutori sul territorio che lottino insieme a noi”. Intanto il prossimo 21 agosto si rientrerà in fabbrica. E ripercorre questi anni che, scrive Curcio,”sono stati tremendi, nonostante avessimo il nulla davanti, qualche speranza la nutrivamo”. Da tredici anni, per le tute blu di valle Ufita, è un continuo”logorarsi” per via delle casse integrazioni. Una fase snervante.”Le certezze per il futuro vacillano e, sinceramente, siamo anche stanchi di false ripartenze”. E ricorda ancora come cinque anni fa, proprio in questo periodo, nel 2018, la metà dei suoi colleghi, appena rientrati al lavoro, sono rimasti senza stipendio.” Stava per concludersi l’era Del Rosso- scrive l’rsu Fiom-con un clamoroso fallimento. Per fortuna scongiurato”.
Appena un anno dopo, invece,”siamo riusciti a tornare tutti al lavoro. In sella con un nuovo governo”. Mentre”il 2020 ha riacceso la possibilità di una svolta, molti colleghi erano riusciti ad andare in pensione e si erano aperte le porte per tanti giovani. Nuove assunzioni” che hanno portato una ventata di freschezza e vivacità ‘. Ma anche all’IIA hanno dovuto fare i conti con il Covid e”nostante tutto- continua Silvia Curcio, che nei giorni caldi degli scioperi fu soprannominata” la pasionaria di valle Ufita”- riuscimmo a produrre circa trecento autobus”.
Ancora una ripartenza due anni fa ma” il risultato è ancora fallimentare”. Con un dubbio che, l’operaia, si porta dietro.”Probabilmente è tutto premeditato per smantellare la IIA”. E si spiega facendo un paragone calcistico.”Se ti presentano Maradona ti aspetti che faccia almeno un gol. Ma se non gli fai toccare palla è ovvio che il risultato non arriva”. Tutto pronto per far ricadere le colpe dello stabilimento che non funziona su operai e operaie, che hanno dovuto subire una continua denigrazione.” Niente di più diffamatorio- scrive la tuta blu-” che a conforto della tesi contraria porta a conoscenza di alcuni dati. Quelli di questo mese.”Alla IIA di Flumeri si è lavorato per dei recuperi fino all’11 agosto, altri dipendenti sono stati impegnati al service a Roma, alcuni colleghi sono stati a Bologna per l’accumulo chilometrico, altri sempre in trasferta a Bologna a dare una mano ai colleghi a completare la commessa di autobus elettrici”.
Quindi si aspetta che sia” la politica a mostrare la dovuta attenzione per il polo del trasporto pubblico italiano. Auspichiamo che il ministro Urso si occupi di IIA con lo stesso entusiasmo che ha mostrato per lo stabilimento di Foggia(dove si è tornato a produrre autobus con i finanziamenti del Pnrr).Industria Italiana Autobus paga le tasse in Italia, sono circa 600 i dipendenti, tra gli stabilimenti di Flumeri e Bologna, senza dimenticare l’indotto”. Quest’ultimo, secondo Silvia Curcio, sarebbe “utile si insediasse nel perimetro in cui si trova la fabbrica. Forniture per la produzione degli autobus, a chilometro zero, e nuova occupazione per i giovani del territorio”. Per l’operaia di valle Ufita”la soluzione c’è, bisogna solo impegnarsi a trovare un imprenditore serio, che sappia fare impresa, organizzi il lavoro”. E dice”no a speculatori”. “Fondamentale è la presenza del pubblico- conclude-, la garanzia dei livelli occupazionali e anche garanzia di un socio privato. Buon ferragosto a tutti i lavoratori”.
Giancarlo Vitale