Un 72enne positivo al West Nile è morto nella notte all’ospedale di Caserta. E’ seconda vittima all’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano, la quarta accertata in Campania e l’ottava in Italia. L’uomo era un soggetto pluripatologico ed è deceduto nel reparto di rianimazione. Anch’egli era di Maddaloni, come un’altra delle vittime del Casertano. Secondo quanto si apprende, i due abitavano a 500 metri di distanza.
La duffusione del virus
Attualmente in Italia è possibile stimare la presenza di “almeno 10mila infezioni da virus West Nile, la maggior parte asintomatiche”. E’ il calcolo, sulla base del numero attuale di decessi registrati nel 2025, effettuato da Federico Gobbi, direttore Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali e Microbiologia dell’Irccs Ospedale Sacrocuore Don Calabria Negrar.
Le infezioni, avverte l’esperto, “potrebbero aumentare ma è difficile ipotizzare come andrà, perchè questo virus è imprevedibile sia in relazione al target di persone che verrà colpito sia nell’andamento”. Cruciali restano, dunque, la sorveglianza e il monitoraggio: “Purtroppo, se ci saranno più infezioni – afferma – aumenteranno inevitabilmente sia i casi gravi di neuro-encefalite sia i decessi”.
La prevenzione
“Se si fosse puntato di più anche sul potenziamento dei Dipartimenti di Prevenzione, garantendo maggiori risorse e personale, oggi non ci troveremmo nella condizione di dover correre a fare bonifiche per ridurre i rischi connessi al virus West Nile”.
Cosi’ il presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Napoli e provincia, Bruno Zuccarelli.
Il West Nile “non ha nulla a che vedere”, rassicura Zuccarelli, “con i rischi del recente passato e con la possibilita’ di una pandemia. Ma siamo comunque al cospetto di un campanello d’allarme per un’attivita’ di prevenzione che resta in larga parte dimenticata”.
La situazione va considerata come “un monito a non trascurare i rischi, affinché in tutte le declinazioni possibili quel ‘mai piu” post-Covid non resti lettera morta, come purtroppo sembra ormai evidente che sia accaduto”.
Il presidente dell’Ordine dei medici di Napoli fa “un appello, quindi, alla politica a potenziare i servizi incaricati di vigilare e prevenire” oltre a un invito alla calma. “Sento parlare di bollettini e di decessi come se si trattasse di un macabro de’ja’-vu – dice Zuccarelli – e’ utile che tutti comprendano che i casi che si stanno registrando non delineano un allarmei’.
Di certo il West Nile non potra’ mai avere conseguenze drammatiche come quelle del Covid. Non esiste alcun nesso tra i due virus”. Quanto alla bonifiche, il rappresentante dei medici condivide che “sono essenziali per garantire ambienti salubri e ridurre il rischio per le persone piu’ fragili”.
Il compito degli ospedali sentinella
La Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) ha attivato la propria rete di ospedali sentinella su tutto il territorio nazionale per supportare il monitoraggio della febbre West Nile, in seguito ai recenti focolai registrati in diverse aree del Paese. Una “azione concreta per garantire una sorveglianza precoce e coordinata dei casi e contribuire alla sicurezza dei cittadini, in collaborazione con le autorità sanitarie regionali e nazionali”, afferma Fiaso.
“La rete delle aziende sanitarie è pronta a fare la sua parte. Con l’attivazione degli ospedali sentinella, mettiamo a disposizione un’infrastruttura di monitoraggio capillare e affidabile, che ha già dimostrato la sua efficacia durante la pandemia da Covid-19”, spiega Giovanni Migliore, presidente Fiaso.
“L’obiettivo è duplice: proteggere i cittadini con una risposta tempestiva e supportare gli operatori sanitari con dati aggiornati e strumenti di lettura dei fenomeni epidemiologici emergenti”. Negli ultimi anni, il panorama delle malattie infettive sta cambiando rapidamente: l’estate non è più una stagione esente da rischi. I cambiamenti climatici, la diffusione di nuovi insetti vettori, l’intensificarsi dei flussi turistici e migratori e la velocità degli spostamenti internazionali stanno favorendo la comparsa di virus in territori e stagioni prima considerate sicure.
“Le zanzare che proliferano nei mesi caldi, soprattutto in aree costiere o lacustri – sottolinea Silvio Tafuri, consulente scientifico network sentinella Fiaso, Ordinario di Igiene Università degli Studi di Bari – sono vettori del virus West Nile e altre arbovirosi, che in alcuni casi può determinare forme cliniche gravi, soprattutto nei soggetti più fragili”. In assenza di un sistema nazionale unificato di allerta rapida, le aziende sanitarie rappresentano una rete strategica per la sorveglianza e l’intercettazione precoce dei segnali di allarme.
Gli ospedali, grazie ai servizi di pronto soccorso, ai laboratori e all’osservazione clinica quotidiana, sono un presidio fondamentale per rilevare tempestivamente i casi sospetti. “Con questa iniziativa – conclude Migliore – Fiaso ribadisce il valore della rete delle aziende sanitarie e ospedaliere come presidio attivo, dinamico e diffuso, in grado di affrontare le sfide del presente con tempestività e organizzazione. Il sistema sanitario è vigile, e le istituzioni sono al lavoro per garantire prevenzione, trasparenza e sicurezza. La fiducia si costruisce così: facendo squadra e agendo in anticipo”.