“Con il film La chimera racconto la prigione del maschilismo”. Così Alice Rohrwacher racconta la pellicola, in programma lunedì 19 febbraio al Movieplex di Mercogliano nell’ambito della rassegna dello Zia Lidia. Ad accompagnare la visione del film, in programma alle 18 e alle 21, la sceneggiatrice Carmela Covino.
Protagonisti un giovane inglese, che vorrebbe ritrovare l’amore ma che meglio di tutti gli altri sa trovare tesori, e c’è una banda di disgraziati per cui l’oro etrusco è più utile fuori che sottoterra. Ognuno insegue la sua chimera senza mai riuscire ad afferrarla. Per alcuni è il sogno del guadagno facile, per altri la ricerca di un amore ideale.
Arthur è un giovane archeologo inglese che negli anni 80 cerca ed individua le antiche tombe etrusche tra bassa Toscana ed alto Lazio, grazie anche ad una dote sovrannaturale, quella di ‘sentire’ la presenza di vuoti nel sottosuolo. Il vuoto della terra nella quale si trovano le vestigia di un mondo passato. Lo stesso vuoto che ha lasciato in lui il ricordo del suo amore perduto, Beniamina. Cooptato da una banda di tombaroli, conosce un’anziana signora, Flora (madre della sua Beniamina) e la giovane portoghese Italia, che gli rimprovera l’illecita attività. Su tutti comanda il misterioso ricettatore Spartaco. Alice Rohrwacher è autrice del soggetto, sviluppato in sceneggiatura insieme a Marco Pettenello e a Carmela Covino, per questo suo ultimo lungo di finzione presentato in concorso a Cannes nel 2023 (e premiato per la scenografia agli European Film Awards). A prendere forma un recupero letterale e simbolico del nostro passato una disamina delle dinamiche di potere tra le classi (ieri i braccianti truffati, oggi i poveracci in cerca di fortuna, contro padroni in decadenza), illustrati da una fotografia fortemente evocativa di un cinema che non c’è più, che si riallaccia alle favole allegoriche che da Pasolini passano per Sergio Citti, Ermanno Olmi e l’ultimo Fellini, per seguire una via ormai non più battuta dal nostro modo di narrare per immagini.