Sono state l’Ambasciata d’Italia e l’Ambasciata della Repubblica di Albania presso la Santa Sede ad assegnare ieri pomeriggio presso la sede di Palazzo Borromeo in Roma, a ricordare la figura di Padre Leonardo De Martino. L’occasione è stata offerta dall’incontro “L’apporto di un Francescano italo-arberesh alla rinascita letteraria e politica albanese: P. Leonardo De Martino”. A prendere parte al dibattito Francesco Di Nitto, Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede; Majlinda Dodaj, Capo Missione dell’Ambasciata d’Albania presso la Santa Sede, Francesco Altimari, Università della Calabria Matteo Mandalà, Università degli Studi di Palermo Blerina Suta, Università degli Studi di Napoli L’Orientale. Le conclusioni sono state affidate al sindaco di Greci Luigi Norcia.
Nato a Greci nel 1830, Padre Leonardo trascorse quarant’anni della sua vita (1865-1903) a Shkoder (Scutari) e nella Malcija. Padre francescano, fondò a Shkoder, con l’appoggio di Francesco Crispi che lo teneva in grande considerazione, la scuola delle suore stimmatine e quella delle francescane. Fu inoltre segretario di Prenk Pascià e maestro del figlio di quest’ultimo. Il nome di Leonardo de Martino è legato all’opera L’Arpa d’un Italo-Albanese (1881), raccolta di poesie composte parte in italiano, parte in albanese, di diretta ispirazione manzoniana. Il volume comprende inni sacri, parafrasi del Pater noster, del Salve regina, un commento del decalogo, poesie d’occasione e un dramma sacro, primo del genere scritto in albanese. Abile costruttore di versi forbiti, fu maestro di Ndre Mjedia (1866- 1937) e di Gjergj Fishta (1871-1940)” ; il primo, un padre gesuita, fu poeta e scrittore modello di prosa della letteratura albanese, il secondo, francescano, poeta scrittore e uomo politico, autore, tra l’altro, del poema epico-lirico Lahuta e Macis (Il liuto della montagna) del 1937.