“La fotografia è per me interpretazione del reale. Ho immaginato il racconto di un’unica città, capace di snodarsi attraverso fotografie scattate in 50 città diverse”. Spiega così Franco Sortini la mostra “La città immaginata”, inaugurata ieri pomeriggio alla Biblioteca Provinciale di Avellino, dove resterà fino al 30 giugno, nell’ambito della rassegna “OttoxOtto. Otto fotografi, otto racconti” promossa dall’amministrazione provinciale e curata da Antonio Bergamino. “Questo viaggio che richiama le ‘Città invisibili’ di Calvino – prosegue Sortini, nato a Capua ma salernitano d’adozione – scaturisce dalle immagini di città che ho visitato, in mostra sono dei dittici, fotografie di due città differenti, scattate in tempi diversi con la stessa tipologia di luce e la stessa prospettiva così da apparire come lo scorcio di un’unica città, in un alternarsi di continuità e discontinuità”. Sottolinea come “La mia città ideale è quella rinascimentale, prediligo una luce chiara che lascia emergere la trama dello spazio urbano, a partire da materiali di cui sono fatti mura ed edifici. Ho scelto di partire non da una prospettiva centrale ma da angoli di città. In queste immagini non ci sono mai persone ma tracce di vita, evidenti nelle auto parcheggiate o nei segnali stradali”. Si dice convinto dell’importanza di valorizzare la fotografia anche in una città come Avellino “che può diventare un polo culturale nel segno di un’arte a lungo trascurata promuovendo mostre e laboratori. Penso a paesi come Corigliano o città come Taranto che ospitano rassegne consolidate nel campo della fotografia. Avellino potrebbe seguire il loro esempio”
Sottolinea come “La mia idea di fotografia è sempre legata a un progetto che nasce nella mente del fotografo, non è mai documentazione ma sempre creazione”. Un percorso, quello di Sortini, cominciato partecipando a un laboratorio tenuto da Franco Fontana “con cui poi è nata un’amicizia decennale, è un artista che riesce a tirarti fuori quello che hai dentro, ti insegna ad essere te stesso”
Franco Sortini si è interessato prima di grafica e di pittura, per dedicarsi poi alla fotografia. Nel 1986 apre uno studio di fotografia industriale. Negli anni 2000 abbandona quasi completamente la fotografia commerciale dedicandosi alla fotografia creativa. Ha esposto le sue opere in numerose gallerie e le sue fotografie sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private. Nel 2018 gli è stato assegnato il “Premio UVA – Università di Verona per l’Arte” per la Fotografia Contemporanea.