“Una città testimone di un nuovo Rinascimento”. Lo sottolinea con forza il sottosegretario Vittorio Sgarbi nel parlare della città di Ariano. L’occasione è offerta dal taglio del nastro della nuova sede del Museo Normanno al Palazzo Bevere Gambacorta. Ad accogliere i visitatori galleria lunga 27 metri sulla quale si affacciano 7 sale che ospitano i reperti tra i quali spiccano le armi in asta Mario Troso. Zecchino pone l’accento sul valore di cui si carica l’inaugurazione della nuova sede “Diamo nuova vita a una struttura che ha a che fare con la la cultura e la storia. Solo la coscienza delle radici, in un tempo in cui conta solo l’effimero, può dare senso al nostro tempo, può realizzare quel senso aggregativo senza il quale le nostre società rischiano di disperdersi. Peccato che oggi la storia venga trascurata anche nelle scuole”. Ricorda come “Il pubblico deve essere pronto a recepire i contributi che arrivano dai privati. Questa sede simboleggia il valore della cooperazione perchè qui si svolgono i percorsi di formazione di Biogem”. Spiega come “La culla della presenza normanna è in queste terre, nel Mezzogiorno interno. Ariano ha avuto un ruolo di rilievo nella storia della civiltà normanna, innanzitutto perchè è stata la prima contea dalla prima metà del secolo XI. Nè possiamo dimenticare che Ruggero II volle tornare ad Ariano e promulgare da qui la Costituzione, pietra miliare della storia del diritto Europeo. Negli anni con il Cesn abbiamo pubblicato 60 volumi, abbiamo promosso ricerca e diffusione della cultura storica. Nel 1994, poco dopo la Fondazione, abbiamo realizzato una grande mostra dedicata ai Normanni”. E spiega come “Il centro studi nasce dalla volontà di studiare il contributo della civiltà normanna al processo di costruzione dell’idea di Europa unita, nel tessuto culturale, politico e civile. Abbiamo realizzato un Museo e lo abbiamo impreziosito con un virtual tour, con app e con la quadrisfera. Cuore del museo le sale dedicate a Ruggero II e Federico II che rappresentano l’apice di questa civiltà. Alle due sale si affianca l’esposizione di circa 300 armi in asta, dal IV al XVIII secolo, con un catalogo curato da Giuseppe Mastrominico. Le armi sono testimoni di storia e insieme espressione dello sviluppo della tecnologia della guerra. Questa sezione è cresciuta grazie alla generosità delle donazioni di privati a cui si affianca un fondo librario. Abbiamo dunque un centro studi e un museo delle armi in asta che è un unicum in un panorama che travalica i confini nazionali. Protagonista è un grande studioso delle armi, un grande collezionista, Mario Troso che ha voluto donarci questo patrimonio. Ecco perchè è intitolato a lui il centro studi e Museo delle armi”.
Sottolinea come “Abbiamo messo sotto pressione maestranze e collaboratori per anticipare, con coraggio, l’inaugurazione della nuova sede prevista per settembre per fare in modo che potesse essere meta del turismo estivo nei mesi di luglio e agosto”. Ringrazia il direttore del Museo Giuseppe Muollo, Olga Sampietro, pilastro di Biogem e del Cesn e Gianluca Tucci, altra colonna del Centro. “Prezioso – spiega – è stato anche il rapporto con il professore Francesco Emmanuele Emanuele, presidente onorario del centro, protagonista del mondo della cultura e della finanza e con il direttore della Pinacoteca Ambrosiana Alberto Rocca. Cercheremo di fare del nostro meglio per garantire una gestione adeguata di una struttura privata ma pubblica nella sua funzione, perchè continui ad essere fruibile al pubblico”.
E’ Emanuele a sottolineare come Biogem e il Centro studi normanni siano autentiche eccellenze, ribadendo l’importanza dell’osmosi tra pubblico e privato. “Il Museo – spiega Emanuele – è nato nel 1991 dalla volontà di dare organicità agli studi dedicati alla civiltà normanna come un’unica esperienza con ricadute nel campo storico e artistico. Furono i normanni i primi ad approdare in America, giungendo in Inghilterra, in Spagna, nel Sud Italia, arrivando fino in Oriente. Tante le pubblicazioni, convegni e occasioni di formazione promosse dal Cesn. La speranza è che il centro possa continuare a promuovere l’eredità di questa civiltà”. E ricorda con ammirazione la lezione di Federico II di Svevia “Siamo stati i fondatoria della civiltà mentre oggi ci pieghiamo ai diktat europei, facendo guerre illegittime” Presenti in sala il prefetto Paola Spena, il vescovo Sergio Melillo e il sindaco Enrico Franza. “E’ una giornata storica per la città di Ariano – spiega Franza – Sono profondamente grato al presidente Zecchino per aver dato vita al Cesn, punto di riferimento indiscusso del panorama culturale internazionale. Rappresenta per noi un motivo di orgoglio insieme al Museo degli studi normanni. L’augurio è che continui ad essere un luogo di produzione culturale in continua osmosi con il territorio. Al tempo stesso voglio ringraziare Mario Troso per il fondo di armi donato al Museo. Per questa ragione abbiamo voluto conferirgli la cittadinanza del Comune di Ariano”.
E’ quindi Troso a spiegare come “Il Museo delle armi in asta è una novità perchè le armi in asta sono state sempre trascurate. La prima pubblicazione dedicata alle armi è di Charles Boutain. Nel 1988 con la casa editrice De Agostini ho pubblicato uno studio dedicato alle armi in asta ma le armi in asta rimangono illustri sconosciute. La speranza è quella di suscitare una rinnovata attenzione così da favorire nuovi studi, a partire dalle modalità di fabbricazione con il ferro forgiato”. Rocca si sofferma sull’importanza di mantenere viva la memoria del ruolo svolto dal popolo normanno “Il Museo diventa luogo in cui possiamo ammirare le tante capacità dell’uomo ma anche la sua barbarie, un luogo aperto a tutti. C’è bisogno di luoghi come questi che spronino alla volontà di fare”.
E’, infine, Sgarbi a sottolineare l’incantesimo legato al “cosmorama che racconta la storia della civiltà normanna”. Spiega come “Avrete modo di vedere cose bellissime in questo luogo e di intendere come nella visione umanistica scienza ed arte sono entrambe espressione dell’intelligenza umana. Ogni scienziato è un artista. Qui ad Ariano c’è un nuovo Rinascimento di cui il ministro della cultura non potrà non tenere conto. La conferma arriva da questo museo e dall’istituto di ricerca Biogem. Chiederò a Sangiuliano di visitare questo centro nel cuore delle aree interne del Sud, un’eccellenza legata alla genetica e alle biotecnologie e alla capacità di anticipare i rischi del terremoto con una rete di grande rilievo. Pochi luoghi sono internazionali, Ariano lo è. Speriamo che tanti visitatori possano scoprire cosa è diventata la città irpina. E’ la conferma di come le cose ben fatte non sono sempre ben dette. Compito del ministero sarà quello di essere attento a Biogem e al Cesn perchè diventino riferimenti nazionali”. E ricorda come “La storia dei normanni racconta il principio di una identità nazionale, sulla base di quelle Costituzioni concepite ad Ariano e Melfi che conservano una forte attualità”
Un itinerario, quello che consegna il Museo, che racconta la storia di Ariano. Sullo sfondo della Galleria, in una grande teca, campeggia una copia in seta damascata del celebre mantello di Ruggero II, indossato da Federico II nell’incoronazione imperiale in San Pietro (l’originale è conservato nel museo imperiale di Vienna, Weltliche Schatzkammer della Hofburg).
La prima sala del Museo della civiltà normanna è dedicata alla “quadrisfera”, una suggestiva installazione multimediale che offre una fantasmagorica rappresentazione della storia del regno normanno-svevo, intrecciando la grande storia con le vicende della contea di Ariano, primo insediamento normanno nel Sud-Italia. Seguono tre sale dedicate, rispettivamente, una a proiezioni di documentari e filmati, una a Ruggero II e una a Federico II. In esposizione: una significativa collezione di monete auree, argentee e bronzee del regno normanno-svevo (in particolare risalto il Ducato argenteo, il cui conio fu decretato da Ruggero II in Ariano e l’Augustale aureo di Federico II, considerato la più bella moneta del Medioevo); sigilli plumbei di Ruggero
II; reperti lapidei, argentei e pergamenacei; cinquecentine e altre rare edizioni antiche.
Nel Museo è consultabile, su di un monitor touch screen, un archivio digitalizzato di fonti documentarie del regno normanno-svevo.
In mostra nelle sale duecento cinquanta armi in asta originali realizzate tra V e XVIII secolo. Sono inoltre esposte una spada (makhaira) e una punta di lancia di guerriero greco del V secolo a.C.; un raro pilum romano; quattro scramasax di longobarde; un raro sperone del XII secolo; una scure da decapitazione del XII secolo; un’armatura del XVI secolo. In una sala è esposto un grande plastico della battaglia di Hastings del 1066.