Valle Ufita. Lo sciopero di quattro ore di domani, in provincia di Avellino, parte da qui. Industria Italiana Autobus dove essere il punto dal quale ripartire. Dopo le manifestazioni che, nel fine settimane, hanno visto coinvolte le realtà metalmeccaniche del Nord, domani tocca manifestare al Sud. Ma non sarà, da queste parti, solo la fabbrica flumerese ad incrociare le braccia. I sindacati provinciali di Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm e Fismic, infatti parlano infatti di una intera classe operaia irpina che sta vivendo una ” condizione economica e sociale molto delicata”.
Una fase importante di grandi processi di trasformazione e di transizione” ecologica, digitale, energetica e tecnologica-per Luigi Galano, Giuseppe Morsa, Gaetano Altieri e Giuseppe Zaolino- in cui sono mancate, da parte dei governi e della politica, gli orientamenti e le scelte sui temi del lavoro e dell’ industria metalmeccanica”. E sarebbe ora che si faccia qualcosa. Anche perché I dati non sono, certo, incoraggianti.
” È da tempo- infatti, scrivono segretari provinciali dei sindacati dei metalmeccanici-“. Siamo in “ritardo storico accumulato dal nostro sistema industriale”. E questa accentua una dinamica sempre” più rimarcata”. Se le cose dovessero andare così si rischierebbe” di accompagnare verso la dismissione industriale la nostra provincia “.
Quindi si rende necessario” cambiare passo ed affrontare la transizione digitale, ambientale ed industriale”. Il modo ci sarebbe. Soltanto” se, a farla, saranno i lavoratori, sia chi sta in produzione sia chi si occupa di ricerca e sviluppo”. E, in provincia, sono tre le vertenze da risolvere in questo settore. I sindacati indicano quelle che riguardano Asidep, IIA e settore automotive. Le richieste che, domani, saranno fatte nello sciopero davanti alla Prefettura di Avellino: istituire presso la Provincia una cabina di regia per gestire le crisi, per l’attuazione del Pnrr come motore di sviluppo industriale, prevedendo investimenti infrastrutture materiali e immateriali; incremento degli investimenti pubblici e privati nei settori strategici con le necessarie garanzie occupazionali e la reindustrializzazione delle aree in crisi, con piani di sviluppo territoriale che garantiscano occupazione; rafforzare lo ITS, la formazione per le nuove competenze e la riqualificazione; prevedere un sistema di trasporti pubblico per i lavoratori.