ll processo a Danilo Volzone per il tentato omicidio di Francesco Liotti torna in Appello: da rivedere aggravante mafioso e premeditazione. Così hanno deciso i giudici della I Sezione Penale della Corte di Cassazione, che hanno accolto, il 7 febbraio scorso due dei cinque motivi proposti dalla difesa (i penalisti Gaetano Aufiero e Alfonso Furgiuele) di Volzone, colpevole del reato di tentato omicidio, commesso ai danni di Francesco Carlo Liotti, condannato prima dal Tribunale Collegiale di Avellino e successivamente dai giudici della VI Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli a 14 anni di reclusione. Volzone è stato riconosciuto colpevole anche dello strumentale reato di detenzione e porto dell’arma usata per commettere l’agguato.
La Corte di Cassazione però ha annullato due circostanze aggravanti: quella del metodo mafioso e quella della premeditazione. “La sentenza impugnata si è limitata a richiamare- evidenziano i giiudici – le caratteristiche dell’azione senza approfondire il tema, parimenti rilevante, dell’idoneità di tali peculiari modalità esecutive ad ingenerare un clima di soggezione concretamente sfruttato dagli esecutori per una migliore riuscita del piano omicidiario. Per quanto riguarda invece la premeditazione, per il quale secondo i giudici della Cassazione una ricortuzione motivazionale nobn del tutto completa.
Di conseguenza, adesso si tornerà dinanzi alla Corte d’Appello con una nuova sezione, poiché sorge anche un problema riguardante l’utilizzabilità delle intercettazioni acquisite in un procedimento per droga e confluite nel processo per il tentato omicidio di Francesco Liotti.
Il tentato omicidio ai danni di Francesco Carlo Liotti avvenne nell’agosto 2020. L’uomo fu raggiunto da uno dei colpi di pistola esplosi dal passeggero di un’autovettura, che lo aveva incrociato mentre percorreva a piedi Via Visconti ad Avellino. Le indagini condotte dagli inquirenti, principalmente basate sulle immagini delle telecamere di videosorveglianza, portarono all’arresto di Volzone qualche mese dopo la sparatoria. Il presunto movente dell’azione omicidiaria è legato ai conflitti tra i clan camorristici Partenio e Genovese, a cui sia Volzone che la vittima erano legati per frequentazioni e rapporti familiari.