Alle nostre spalle la campagna elettorale per l’elezione del sindaco e del Consiglio comunale. Nel capoluogo, come negli altri quarantuno Comuni chiamati alle urne. Ora è il tempo delle azioni conseguenziali. Il periodo trascorso ci ha consegnato parole e promesse. Con qualche irragionevole dimenticanza. Si è detto poco, ad esempio, del difficile momento che attraversa l’Irpinia alle prese con crisi pesanti; s’è detto poco dell’incapacità di dare risposte concrete, sebbene il presidente della Confindustria irpina, Emilio De Vizia, e i sindacati provinciali, denuncino la situazione con grande preoccupazione. Un silenzio ingiustificato è caduto sul tema della legalità che è la radice dei problemi che inquinano la convivenza civile.
Che l’Irpinia, un tempo provincia addormentata, sia diventata appetibile per la criminalità organizzata è un dato certo. Ricchezze improvvise, speculazione edilizia, usura e tangenti, sono solo alcuni dei mali che assediano la realtà. I rapporti dell’antimafia, i provvedimenti interdittivi per chi è in odore di malaffare chiamano a un impegno straordinario. Esempi di lotta alla malapianta non mancano. Il prezioso lavoro della Procura, guidata con saggezza da Domenico Airoma, quello delle forze dell’ordine, come è emerso anche nella recente festa dell’anniversario della fondazione dell’Arma; e ancora le azioni dell’Antiracket, associazione presieduta con grande responsabilità da Capossela, non riesce, per i più diversi motivi, a combattere le infiltrazioni illegali. Occorre qualcosa di più. E’ necessario ed urgente costruire un Patto tra cittadini e Istituzioni per erigere un muro contro il malaffare che è presente anche in Irpinia e nel capoluogo. E capita che imprese locali siano strumento dei potenti clan operanti nelle realtà non lontane. Se dovesse venire meno il Patto di lealtà, anche in questa provincia potrebbe affermarsi una mafiosità contraria alla sua storia identitaria, politica e culturale. Bisogna superare l’anodino atteggiamento di chi gira lo sguardo facendo finta di non vedere, atteggiamento che alimenta il vivere nell’impunità.
Un Patto per la legalità non può prescindere dall’impegno degli amministratori di Comuni ed enti locali. A coloro che saranno eletti a guidare le amministrazioni comunali suggeriamo convintamente che la logica dell’uno solo al comando non regge. Come dimostrato da fatti recenti, è deviante. Occorre una leadership forte che deve puntare sul lavoro di squadra. Dialogo, partecipazione, qualità di presenza istituzionale, merito e competenza sono indispensabili non solo ad elevare il dibattito nei consigli comunali e negli enti locali, ma a dare fiducia alle comunità che possono diventare protagoniste della sicurezza del territorio e della legalità. Ora che la corsa a catturare il voto è vicina alla conclusione, rivolgo un appello ai giovani irpini. Siano essi protagonisti e responsabili del cambiamento, laddove è richiesto. Si interessino attivamente a una politica che conduca al bene comune. Possono farlo non solo per la loro freschezza di idee, ma anche per l’entusiasmo che testimoniano nelle tante associazioni nate per l’impegno sociale. Per questo la loro partecipazione alle urne assume un significato di grande rilievo nella costruzione di quel Patto per l’Irpinia e per il suo e il loro futuro.