AVELLINO – “Lega e Forza Italia hanno già quattro grandi Regioni, a noi ne spetterebbero almeno altre sei. Quantomeno ci devono dare Campania e Puglia, altrimenti al tavolo non ci sediamo proprio”: più chiaro di così non poteva essere. Il viceministro Edmondo Cirielli ha chiuso questa mattina la convention regionale di Fratelli d’Italia organizzata ad Avellino dalla presidente provinciale Ines Fruncillo, e nel suo intervento finale (durato poco meno di un’ora) si è soffermato a lungo sulle elezioni regionali. Prima di salire sul palco aveva confidato ai giornalisti di fare il tifo per De Luca (“Spero che il centrosinistra lo ricandidi perché è perdente, essendo l’emblema dei disastri provocati dal Pd in Campania”), specificando che però “a livello giuridico e amministrativo non ritiengo corretto il principio del terzo mandato”. Poi si è concentrato sulla propria coalizione di centrodestra: dal palco, rivolto alla folta platea presente (in due giorni la convention ha registrato oltre 1.100 partecipanti) ha spiegato perché la partita sui nomi della prossima campagna elettorale è ancora tutta aperta: “Ho messo il mio nome sul tavolo dei candidati perché ci ha costretti a farlo Forza Italia. Inopinatamente, ma per scopi politico-elettorali che posso capire, hanno avanzato già prima dell’estate il nome di Fulvio Martusciello, e allora, come primo partito della coalizione (e d’Italia), Fdi non poteva stare a guardare. Anche perché l’annuncio lo avevano fatto per prendere più voti alle Europee, peccato che poi però Forza Italia ha preso una batosta. Diceva che era il primo partito e invece l’abbiamo doppiata”.
LA SPARTIZIONE DELLE REGIONI
“Quindi – è sceso nel dettaglio Cirielli – se Forza Italia ha il Piemonte e la Sicilia, e se la Lega ha la Lombardia e il Veneto, e loro hanno il 10% e noi abbiamo quasi il 30%, allora vuol dire che noi dobbiamo avere sei Regioni grandi come quelle. Tre volte tanto. E’ chiaro che il minimo è che le Regioni grandi che vanno al voto, come la Puglia e la Campania, vadano a Fratelli d’Italia, poi discutiamo del resto. Altrimenti uno non si siede nemmeno al tavolo. Ma io so bene che il partito a livello nazionale si farà rispettare. Secondo me oltre che la candidatura di Puglia e Campania, che possono essere pure candidature perdenti, dati alla mano, allora una delle Regioni uscenti dovrà andare a Fratelli d’Italia, quindi o Veneto o Lombardia. Altrimenti la coalizione non si regge. E’ chiaro che il percorso verrà fatto nelle sedi opportune, le candidature verranno scelte in un quadro complessivo”.
I NOMI IN CAMPO
“Da qui la mia disponibilità a mettere il mio nome sul tavolo – ha detto Cirielli –. Per dimostrare che Fratelli d’Italia fa sul serio. Abbiamo proposto il mio nome perché sono l’esponente campano con il più alto incarico di governo. Ma come il mio ci sono nomi altrettanto autorevoli, come quello del senatore Antonio Iannone, commissario regionale di Fratelli d’Italia. E per non fare i prepotenti diciamo anche che saremmo aperti a nomi ‘tecnici’ che possano piacere anche agli alleati. Per esempio ho sentito circolare il nome del ministro Matteo Piantedosi, di cui sono amico e che è avellinese e anche un po’ napoletano, per parte di madre. E’ un nome che mi piace molto, è legato sia a Matteo Salvini, di cui è stato capo di gabinetto, che a Giorgia Meloni, che è il suo premier. Ma deve essere chiara una cosa, anche se sarà un nome ‘tecnico’, dovrà essere proposto da Fratelli d’Italia. Siamo noi a dare le carte”.