Non sembra esserci possibilità di dialogo tra Laura Nargi e i Festiani, che ieri non si sono presentati all’incontro convocato dalla sindaca per un chiarimento dopo le polemiche di questi giorni.
A sentire i colonnelli dell’ex primo cittadino, tutto quello che c’era da dire è stato messo nero su bianco. Carta canta. Non c’è da aggiungere altro, almeno per il momento. Servono fatti e non parole. La città – commentano i Festiani – chiede di essere governata, i cittadini vogliono una amministrazione efficiente e in sintonia con i loro bisogni. Come quando c’era Gianluca Festa. Ora, Nargi e la sua giunta devono dimostrare di essere all’altezza.
Non si può perdere altro tempo, sprecarsi in chiacchiere. Hanno preso una posizione netta: la bussola del loro impegno politico è il programma, niente altro che le linee programmatiche trasformate in azioni concrete: i giochetti di potere non possono accettarli. Si riferiscono a quanto successo al momento dell’elezione dei presidenti di commissione.
Non bastano le scuse pubbliche della sindaca che ha auspicato un “definitivo chiarimento” sulla vicenda dell’elezione del presidente della commissione Bilancio, che “comunque spettava all’opposizione”, ammettendo che si è “trattato di un mero errore umano e non politico della consigliera Coppola”. Che ha già consegnato nelle mani le dimissioni da consigliere comunale. La sindaca si è detta anche disponibile ad assecondare la richiesta avanzata dai gruppi “Davvero” e “Viva la Libertà” di azzerare la commissione, un’ipotesi che aveva già proposto”. L’importante è “rasserenare gli animi ed a lavorare nel segno della coesione per il bene di Avellino”.
Ma non è abbastanza: i Festiani non credono che il voto di Coppola sia stato un errore, ma che l'”operazione” fosse concordata con la stessa sindaca. Inoltre non possono accettare che sia stato scelto come presidente Nicola Giordano, cioè un consigliere che negli ultimi mesi della passata amministrazione era stato tra i più ferventi detrattori di Festa denunciando presunte anomalie nell’organizzazione di alcuni eventi.
Soprattutto, per Davvero non ci possono essere accordicchi col Pd.
Secondo i Festiani ci sarebbe già un canale aperto tra Nargi e alcuni dem: il caso della commissione ne sarebbe la prova provata. Lo scontro in maggioranza è impossibile oggi da gestire. Chissà, i Festiani potrebbero accontentarsi di un rimpasto in giunta, di incassare qualche delega, anche perché gli assessorati sono a scadenza, ovvero non blindati. La soluzione definitiva comunque passa il buon governo. In altri termini, Festa deve tornare a Palazzo città. E’ tutta qui forse la crisi della maggioranza. Perché Nargi conosce le intenzioni dell’ex sindaco.
A condizionare l’esito della crisi in maggioranza saranno anche, in particolare, le motivazioni della Cassazione che si pronuncerà nel merito dell’ordinanza di revoca dei domiciliari a Festa: qualora ci fossero segnali che l’inchiesta della Procura è destinata a risolversi in nulla, allora l’ex fascia tricolore potrebbe alzare il tiro, e perché no scomunicare definitivamente e questa volta pubblicamente e in prima persona la sua ex vice.
Se trovasse i numeri, se ai suoi 14 consiglieri se ne aggiungessero altri, se la fine della stagione Nargi ci fosse già nel giro di qualche mese, già all’inizio dell’estate si andrebbe al voto. Festa dovrebbe solo spiegare apertamente che la città va guidata da persone competenti, ciò che oggi ripete ai suoi in camera caritatis. Di contro, questa potrebbe essere la sfida che la sindaca potrebbe lanciare a Festa.