Un vero dono per il pubblico irpino. E’ quello che arriva dalla rassegna “Venezia a Napoli. Il cinema esteso”, che propone ad Avellino, al Multisala Partenio, “L’occhio della gallina”, presentato al Festival di Venezia nelle Giornate degli Autori. Sarà presente la regista Antonietta De Lillo, una grande occasione per tutti di confronto e riflessione sullo stato dell’arte a partire dal percorso personale di una delle più grandi autrici del cinema italiano. L’autrice racconta la creatività e la forza necessarie per reinventarsi, celebrando il cinema come strumento di comunità e resistenza culturale.
“L’occhio della Gallina vive dell’emozione – spiega l’autrice – di trovarmi dall’altra parte della telecamera per la prima volta nella mia carriera. La narrazione è in bilico tra memoria e presente, realtà e immaginario, per questo ho scelto un linguaggio ibrido tra finzione e cinema del reale. La forma cinematografica dell’autoritratto mi permette di porre l’emotività in primo piano, anche rispetto ai fatti, seppur violenti e unici nel panorama cinematografico, che hanno caratterizzato i miei ultimi vent’anni di carriera. La particolarità del film è da una parte la ricostruzione delle tappe più importanti di una lunga battaglia giudiziaria che si è svolta dentro e fuori le aule del tribunale, dall’altra la forza di un racconto dal vero, che non è una storia chiusa ma ancora in divenire, dove tutto ancora sta accadendo e può accadere, davanti allo sguardo dello spettatore”
Antonietta De Lillo ripercorre la propria carriera partendo dagli inizi, tra reportage, giornalismo, televisione e la voglia di fare il cinema a Roma, dove si è formata come fotografa di scena e assistente operatrice. Dopo l’incontro con Giorgio Magliulo, da cui scaturiscono due film, Una casa in bilico (1985) e Matilda nel 1990 – grazie alla fondazione delle case di produzione Megaris (1987) e più avanti Marechiarofilm (2014, anche distributrice) – inizia un percorso nel documentario e nei video. Nel 2004 è la volta del primo film firmato da sola, Il resto di niente, ricostruzione inconsueta della rivoluzione napoletana del 1799. A caratterizzare L’archivio della gallina archivi video privati e le immagini dei numerosi film autoprodotti: da I racconti di Vittoria a La pazza della porta accanto – Conversazione con Alda Merini, da Let’s go a Il signor Rotpeter.