Una visione affascinante della geografia e della storia d’Irpinia. E’ “L’abitazione degli uomini è la Terra. Le Memorie Storiche Topografiche e la cartografia del Principato Ultra in un manoscritto inedito di Marciano Di Leo”, edito da Terebinto, che getta nuova luce sulla storia e la cartografia del Principato Ultra. Sarà presentato l’8 novembre, alle 17, al Circolo della Stampa. L’opera, basata su un manoscritto del 1816 di Marciano Di Leo, intellettuale frigentino del Settecento, ricca di dettagli e con più di 60 carte topografiche, anticipa concetti moderni di gestione territoriale, offrendo una mappatura precisa di luoghi come Avellino, Ariano e Sant’Angelo dei Lombardi. Un ritratto sorprendentemente attuale di un territorio ricco di storia. Interverranno Nunzio Cignarella del Centro di ricerca Guido Dorso, Carmine Pinto, docente dell’Università di Salerno, Carmine Ciullo, sindaco di Frigento, Fiorella Pagliuca, Provveditore agli studi di Avellino, Modera Franco Di Cecilia
Tra il 1809, quando fu istituita l’Officina di statistica presso il Ministero dell’Interno, e il 1810, il sacerdote irpino fu impegnato ad elaborare e a redigere il Prospetto storico-politico-topografico della Provincia del Principato Ulteriore del Regno di Napoli. L’opera, manoscritta ed incompiuta, dimostrava un’ampia conoscenza della letteratura e delle fonti nel campo dell’economia, dell’agricoltura e della statistica, da appassionato cultore anche dei temi più strettamente scientifici.
Nel 1811, anno in cui fu organizzata dal governo di Gioacchino Murat un’articolata indagine statistica sulle condizioni del Regno di Napoli, Di Leo fu inserito nell’elenco dei redattori provinciali dell’inchiesta murattiana, selezionato tra i componenti delle Società di agricoltura (dal 1812 Società economica) e nominati dal Ministro su proposta degli Intendenti. Scelto tra gli intellettuali locali del tempo, con l’incarico di compilare la relazione finale della Statistica del Principato Ultra, organizzò la gran mole di dati ricevuti dai corrispondenti dei singoli comuni secondo i rigidi parametri ministeriali.
“Il suo impegno, il ripartire dopo gli errori – scrive il sindaco Carmine Ciullo nella prefazione – l’adesione ai progetti di reali distanti dalle proprie idee – come lo erano i napoleonici – ce lo rappresentano come intellettuale libero, non di parte (pronto a combattere per sostenere i propri convincimenti, come avvenuto nella reazione alle derive rivoluzionarie giacobine del 1799), disponibile a spendere il suo tempo, il suo nome, la sua cultura per il bene supremo della comunità, intesa come insieme dei figli di Dio, ovvero, sciogliendo il dettame della sua formazione religiosa, l’umanità intera.