“Il percorso di rinnovamento avviato dal sindaco di Avellino, Laura Nargi, aveva alimentato aspettative, che alla luce delle dichiarazioni di un imminente rimpasto in giunta rischiano di essere completamente deluse”. Ad affermarlo è Massimo Picone, sindacalista ed esponente del Patto civico per Avellino.
“Le voci di corridoio – ha proseguito – di un diktat dell’ex primo cittadino, intenzionato a mettere un’ipoteca politica sull’ente di Piazza del Popolo, troverebbero quindi conferma nelle intenzioni di Nargi di predisporre, a stretto giro, una sorta di azzeramento dell’esecutivo, senza alcuna ragione plausibile. Una decisione del genere significherebbe non solo il naufragio di un progetto amministrativo, che in pochi mesi non può determinare risultati concreti e visibili, ma trasforma gli annunci e le scelte di inizio mandato del sindaco in una patetica farsa, facendo precipitare l’istituzione pubblica e la città nel gorgo di giochi di potere e di sfrenate ambizioni personali, che nulla hanno a che vedere con gli interessi della comunità.
Un passo indietro che delegittimerebbe in maniera irrimediabile Nargi e che scoraggerebbe gli stessi elettori, che così si sentirebbero traditi. Non possiamo pertanto che condividere la posizione critica espressa dal consigliere comunale Rino Genovese e l’amarezza per quanto sta succedendo.
Da parte nostra, abbiamo sempre creduto nella necessità di un percorso di rilancio del capoluogo, da costruire con senso di responsabilità, competenza e lungimiranza, puntando su servizi sociali, decoro urbano, riqualificazione delle periferie e incentivi per le attività del territorio. Ma soprattutto abbiamo proposto un approccio nuovo alla gestione della cosa pubblica. Invece ci troviamo di fronte ad un vicolo cieco, con la replica di un copione già visto, con una messa in scena ancora più caotica, che rischia di penalizzare gravemente la città”.
“Le giustificazioni avanzate dal sindaco – conclude Picone – non sono credibili e accettabili, se cede alle interferenze sconfessa l’esito delle elezioni, mortificando il processo democratico. A prevalere sarà la confusione: Avellino non saprà più chi è realmente il capo dell’amministrazione comunale”.