A pochi giorni dall’annuncio del Procuratore della Repubblica di Avellino Domenico Airoma di imminenti sviluppi giudiziari sulla scomparsa di Mimi Manzo, la figlia Romina, torna a parlare di suo padre. «Sono io che voglio sapere che fine ha fatto mio padre, sono io che cerco riposte da loro non loro che vogliono sapere da me.Non so che fine ha fatto mio padre, saperlo mi cambierebbe la vita, perché la mia vita è stata distrutta. Sopravvivo, non vivo con questo dolore. Avevo solo venti anni quando e’ successo tutto questo.Viviamo sempre con la speranza che torni, che bussi a casa e che viene da noi. So che papà non ci avrebbe mai abbandonato e che gli è successo qualcosa».
Poi Romina torna sulla sera della sua festa di compleanno, la sera dell’8 gennaio del 2021, quando di Mimì Manzo, si sono perse le tracce all’ incrocio tra via Dell’ Annunziata e via Marconi, nei pressi della ferrovia dismessa di Prata. “E’ stato brutto, perché era la mia festa e l’ultima volta che ci siamo visti abbiamo litigato e siamo rimasti così. Questo mi fa ancora più male. Perché se avessi saputo che sarebbe finita così lo avrei ringraziato per quello che ha fatto per noi”.
Ancora sconosciute le ragioni della lite tra Romina e l’anziano scomparso ormai quasi quattro anni fa. «Non l’ho mai capito, forse troppa gente e L’ipotesi è che mio padre avrebbe detto che avrebbe denunciato tutti perché aveva visto la droga. Quindi l’avrebbero fatto sparire per questo. Secondo voi io avrei mandato i ragazzi a far uccidere mio padre per questa stupidaggine? Stiamo scherzando, quello e’ mio padre». E ha aggiunto: “Se sapessi chi ha fatto del male a mio padre lo andrei a denunciare subito. Qualcuno sa e ritengo che sia del paese”. Infine Romina rivolge un appello: “chiedo solo che parlino, così finisce una volta per tutto questo dolore».
Per la scomparsa di Domenico Manzo la Procura ha iscritto nel registro degli indagati quattro persone, per le quali di recente è stata chiesta una proroga delle indagini: una è Romina Manzo, la figlia dello scomparso; ci sono poi l’amica Loredana Scannelli, sua madre Pasqualina Lepore e l’altro amico Alfonso Russo. Le accuse per i quattro sono, a vario titolo, sequestro di persona e false dichiarazioni al pubblico ministero. A quasi quattro anni dalla scomparsa del pensionato di Prata Principato Ultra sparito a gennaio del 2021, nei prossimi giorni potrebbero arrivare i primi sviluppi dell’inchiesta aperta dalla Procura di Avellino. È imminente infatti la chiusura delle indagini affidate al comando provinciale dei carabinieri di Avellino: una lunga serie di interrogatori e raccolta di informazioni sommarie per scoprire la verità sulla scomparsa dell’anziano. Dai militari sono stati acquisiti diversi elementi, inclusi gli esiti delle tracce di Dna estratte dalla vettura T-Roc noleggiata da un’amica dei figli di Mimì ed esaminata nel luglio 2022 dal Ris (Reparto investigazioni scientifiche) di Roma, che potrebbero portare agli avvisi di garanzia per la scomparsa del 70enne.