“Nessuno – spiega don Ciotti nella prefazione – lascia di sua spontanea volontà gli affetti, la casa, la terra affrontando viaggi rischiosi, in mano a organizzazioni criminali e in balia degli eventi atmosferici: freddo, tempeste, siccità. Lo fa solo perché costretto da un sistema economico intrinsecamente violento, sistema che colonizza, sfrutta e impoverisce vaste regioni del mondo. Lo fa perché l’Occidente globalizzato, in nome dell’idolo profitto, gli fa terra bruciata attorno offrendogli in alternativa sfruttamento se non schiavitù. Ecco allora le “carrette del mare” alla mercé delle tempeste, ecco il Mediterraneo trasformato in un immenso cimitero marino, ecco i morti assiderati sui passi montani o asfissiati dentro i rimorchi dei Tir… Ed ecco la silenziosa carneficina che si sta consumando da almeno trent’anni sotto gli occhi di un ricco Occidente che finge di non vedere e che, quando non può farlo perché le dimensioni della tragedia lo impediscono, si palleggia responsabilità per poi tornare, passato il clamore, alla sola attività che sembra davvero interessarlo: il conflitto per la gestione del potere”. Di qui l’invito di don Ciotti “Per fermare le deportazioni indotte chiamate “migrazioni” non basta allora stabilire accordi economici con paesi di provenienza il più delle volte complici o addirittura agenti della logica di sfruttamento occidentale. Occorre ripartire dalla Dichiarazione Universale dei Diritti umani scritta dopo l’ultima guerra mondiale proprio con l’intento di archiviare una stagione di violenza, dolore, barbarie. Occorre ripartire dal valore inviolabile della persona, dal suo diritto a una vita dignitosa, libera e anche liberamente nomade: nomadismo del sentirsi dovunque a casa su una terra dove abbiamo davvero imparato tutti a sentirci e ad agire come passeggeri di un’unica barca che procede verso il bene comune, a cominciare da quello di chi, ancora naufrago, chiede di essere accolto e riconosciuto come persona”
“Un libro di incontro tra ciò che è vicino e ciò che tanto lontano non è, il Sahara. Qui prendono forma e si rendono manifesti i conflitti tra le culture. E l’impossibilità di amare e di essere riamati rappresenta l’ultima verità a cui approda il romanzo” scrive Younis Tawfik
Antonio D’Errico si è aggiudicato due volte il Premio Grinzane Pavese, nel 1998, con il romanzo Testimoni D’Amore, e nel 2000, con il romanzo Montalto, fino all’ultimo respiro, dedicato all’agente Giuseppe Montalto, vittima della violenza mafiosa. Sempre attento ai cambiamenti della società, ha portato le sue opere teatrali nelle carceri italiane. A Torino ha messo in scena nel carcere Le Nuove una toccante rappresentazione dedicata all’agente Giuseppe Montalto, vittima della mafìa. Ha scritto nel 2012 un romanzo biografico insieme allo scrittore venezuelano Jorge Real, dedicato a un detenuto del carcere di Ancona, ludopatico e rapinatore seriale. Sempre nel 2012 ha intervistato il boss pentito della camorra, Mario Perrella, pubblicando un libro intervista, dal titolo Camorra, di cui ha rigorosamente scritto il noto giornalista del Corriere della sera, Goffredo Buccino. Con le sue opere letterarie ha vinto premi di prestigio: Nel 2008 con il noir ispirato alle attività delle sette sataniche, Il Discepolo (F.lli Frilli editori), ha conquistato il podio della giuria popolare al Premio Scerbanenco.
Ha scritto inoltre numerosi testi di argomento musicale. Nel 2011 la biografia di Eugenio Finardi, Spostare l’orizzonte (Rizzoli), scritta insieme al cantautore milanese e, nel 2015, esce presso Mondadori con la biografia di Pino Daniele, Je sto vicino a te. Sempre nel 2015 con l’editrice Arcana pubblica Per rabbia e per amore, neapolitan power e dintorni: una conversazione con i protagonisti dell’ondata creativa della neapolitan power, con le testimonianze di James Senese, Enzo Gragnaniello, Eugenio Bennato, Tony Esposito, Beppe Barra.
Ha scritto inoltre la biografia di personaggi come Marco Pannella, nel 2012, dal titolo Segnali di distensione. Ha elaborato scritture per il teatro insieme a Donato Placido, fratello di Michele, del quale ha redatto nel 2019 la sua biografia, dal titolo Dio e il cinema. Candidato per due volte al Premio Nobel, avendo realizzato opere di interesse nazionale ed extranazionali. La sua ultima pubblicazione è il testo L’uso ingiusto della giustizia. Storie di vittime e persecutori.
Ha partecipato a programmi televisivi e radiofonici di rilevanza nazionale: 1) I fatti vostri, Rai Due, con il libro Roberto Straccia, sogni infranti; 2) Mattino cinque, ha presentato la biografia di Marco Pannella, con l’Onorevole in videocollegamento; 3) Ospite a Tgcom 24 in qualità di scrittore e opinionista; 4) Radio Radicale, con il libro, L’uso ingiusto della giustizia. 5) Radio Latte e miele, 6) Radio Kiss Kiss, con Je sto vicino, biografia di Pino Daniele, 7) Tv Marche, 8) Vera Tv e GRP Marche, Abruzzo, Lazio e Piemonte con il libro L’uso ingiusto della giustizia 9) Tgr Campania, nella rassegna dedicata ai libri, di Claudio Ciccarone; TGR Basilicata, Tgr Marche, Tgr Piemonte per la sua attività letteraria e teatrale: 10) Ospite alla prestigiosa trasmissione televisiva di Rai Uno condotta da Gigi Marzullo, nella rubrica Mille e un libro.
Ha scritto per il cinema, insieme a Donato Placido, la sceneggiatura tratta dal loro romanzo Montalto fino all’ultimo respiro, acquisita dalla casa di produzione Globe Film di Roma, di Pietro Innocenzi. Lo stesso romanzo ha trovato l’interesse di Simona Izzo e Richy Tognazzi che nel corso di un interessante incontro hanno ritenuto possibile una collaborazione artistica. Ancora per la produzione romana Globe film, dietro sollecitazione del produttore Pietro Innocenzi, ha scritto la puntata zero della trasmissione televisiva Il Testimone.
Ha redatto insieme a Donato Placido una intensa e lunga sceneggiatura da una storia di vita raccontata dalla madre dell’attore, Maria Iazzetti Placido, ambientata nelle campagne pugliesi del dopoguerra, dal titolo Nuvole di passaggio.
Ha scritto per il regista Gian Battista Assanti la sceneggiatura del lungometraggio Le ragioni dell’anima e il cortometraggio popolare La terra di nessuno. Per la Provincia di Bergamo ha scritto, diretto e interpretato il cortometraggio Le piccole cose, con gli allievi dell’ABF