“Si chiude un anno decisamente complicato per lo stabilimento Stellantis di Pratola Serra dove, nel 2024, sono stati realizzati poco più di 300mila motori”. Giuseppe Morsa, segretario della Fiom Cgil, non nasconde la sua preoccupazione per il futuro della sede irpina, ancora in attesa della definizione di una mission produttiva in linea con le nuove tendenze di mercato che guardano sempre di più all’elettrico.
Per la prima volta l’ex FCA è scesa sotto le 1500 unità impiegate, “un altro dato decisamente preoccupante, conseguenza, più che dei pensionamenti, della scelta di circa 70 lavoratori di lasciare l’azienda per valutare altre opportunità”.
Ma a preoccupare maggiormente Morsa è la tipologia di produzione dello stabilimento di Pratola Serra che ruota esclusivamente intorno ai motori diesel per veicoli commerciali del gruppo. “Una produzione – osserva il segretario generale della Fiom – destinato a terminare. Poi – si chiede Morsa – cosa succederà a Pratola Serra? Qual è il futuro dello stabilimento irpino e di lavoratori con età media di circa 50 anni, che vedono improvvisamente restringersi le loro prospettive?”.
Per garantire in qualche modo un futuro alla fabbrica, e a chi ci lavora, sarebbe necessario iniziare ad operare una riconversione ecologica che, al momento, non si intravede neanche all’orizzonte. Eppure nello stabilimento “gemello” in Val di Sangro già si producono veicoli commerciali elettrici. Tutto fermo, invece, nell’ex FCA dove si guarda con grande, e più che giustificata apprensione, alla realizzazione della piena transizione energetica dal motore endotermico a quello elettrico.